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venerdì 24 agosto 2012

L'urlo del Palaeur il 25 agosto ad Amatrice per la Sagra degli spaghetti all'amatriciana

BANCO! L'urlo del Palaeur continua il suo tour estivo. E dopo essere stato al raduno della Virtus ieri al Palazzetto, domani fa una gita fuori porta. Il libro sarà in vendita domani, sabato 25 agosto, ad Amatrice, in occasione della Sagra degli spaghetti all'amatriciana, che ogni estate è meta di molti romani. Potrete trovarlo in uno stand sul Corso di Amatrice, proprio accanto a quello del Comune.



mercoledì 22 agosto 2012

L'urlo del Palaeur al raduno della Virtus


Domani è il 23 agosto. Trent'anni fa, il 23 agosto 1982, il Bancoroma concludeva il ritiro precampionato di Castel del Piano, sul Monte Amiata. Valerio Bianchini dichiarava la sua soddisfazione: «Abbiamo lavorato bene. Tutti i giocatori si sono presentati in buone condizioni, avendo rispettato la tabella personalizzata che avevo consegnato loro. Posso promettere voglia di vincere e divertimento. Abbiamo giocatori in grado di regalare spettacolo». Rossetti viene ceduto in C1. «Ho voluto tenere Sbarra, perché potrà crescere alla scuola di Wright».
Trent'anni dopo, cioè domani, si raduna la Virtus 2012-2013. Ci sarà anche “Banco! L'urlo del Palaeur”, dalle 16.30 in poi al Palazzetto di Piazza Apollodoro. Per chi lo volesse sfogliare, non sarà difficile trovarlo. 

Altre modalità? Sempre quelle: 


online sul sito ilmiolibro
scrivendo all'indirizzo e-mail bancoroma83@gmail.com per informazioni e richieste
- presso la libreria Pagine di Sport di via dei Tadolini 7/9, a circa 150 mt. da piazza Mancini/ ponte Duca D'Aosta
- presso l'edicola di piazza Monte Baldo 9, a 200 metri da piazza Sempione
 facendo visita alla redazione de Il Romanista, via Bargoni 8 Roma, dalle ore 15 alle 21 tutti i giorni, sabato e domenica compresi (a proposito: se andate in edicola non dimenticate di chiedere Il Romanista!). 

giovedì 16 agosto 2012

"BANCO! L'urlo del Palaeur" intervistato da Lungotevere.net

Completamente rapiti dalle Olimpiadi, non ci dimentichiamo certo di BANCO! L'urlo del Palaeur. E non se n'è dimenticato neanche il sito lungotevere.net, che ci ha addirittura intervistati! Si parla del libro, della Virtus di ieri e anche della Virtus di oggi (e, come avete visto, Phil Goss, nato il giorno di gara2 Ford Cantù-Bancoroma, alla fine è arrivato...)

L'intervista

martedì 7 agosto 2012

Il Bancoroma alle Olimpiadi – 3) Scott May


Prima di Enrico Gilardi e dopo Mike Bantome, era toccato a Scott May. Anno d'oro, per lui, il 1976. Con Indiana vince il titolo Ncaa e viene premiato come miglior giocatore della finale. Si merita quindi la convocazione per i Giochi di Montreal, passando dalle mani di Bobby Knight a quelle di Dean Smith, che ha il compito di metter su una squadra in grado di vendicarsi del furto subito a Monaco dall'URSS. Con May ci sono anche Adrian Dantley, Steve Sheppard (che giocherà nella Lazio), Phil Phord, Thomas LaGarde e altri giocatori che faranno poi la loro più che onorevole carriera nella Nba. Resta fuori Butch Lee, che trova subito “asilo” a Portorico e si vendica segnando 35 punti agli USA in una partita che gli americani vincono 95-94 grazie all'arbitro e a due tiri liberi di Phil Ford.

La rivincita con l'URSS, però, non ci sarà. Gli USA fanno il loro, vincono tutte le partite e arrivano in finale. In semifinale però l'Unione Sovietica trova la Jugoslavia, che ci è arrivata dopo aver battuto di un punto l'Italia (che sarà quinta) grazie a un tiro da lontanissimo di Slavnic a 3 secondi dal termine. La Jugoslavia batte l'URSS 89-84 e arriva a giocarsi il titolo in una finale senza storia, vinta 95-74 dagli americani.

Così Scott May divenne campione olimpico. Avrebbe potuto andarci anche nell'atletica, secondo quello che si diceva di lui e della sua esplosività fisica all'high school, quando volava sugli ostacoli bassi. Arrivò al Banco nel 1986 per poche, bellissime, partite. Poi Elvis Rolle, che qualche anno dopo avrebbe fatto danni perfino peggiori alla Virtus, gli ruppe un braccio e ruppe anche la magia di un Banco che avrebbe potuto arrivare molto lontano.

mercoledì 1 agosto 2012

Il Bancoroma alle Olimpiadi – 2) Mike Bantom


Non era ancora quello che nell'ultimo quarto di gara7 della finale di conference s'appicò a Larry Bird e non lo fece segnare, dando la vittoria della partita e della serie ai Philadelphia 76ers. Non era ancora neanche colui che divenne una colonna della Virtus per dal 1986 al 1989. Ma era già un ottimo giocatore, Mike Bantom, nel 1972, al penultimo anno di college alla St. Joseph University. Tanto da meritarsi la convocazione per i Giochi olimpici di Monaco. Con lui ci sono, tra gli altri, Jim Brewer, Thomas McMillen, Thomas Henderson, Dwight Jones e Doug Collins.

Naturalmente gli Stati Uniti sono i grandi favoriti e in semifinale infliggono una dura lezione all'Italia, costringendola a un quasi-record negativo di punti all'attivo: solo 38, contro i 68 all'attivo. Era dal 1952 (Italia-Grecia 35-34) che la Nazionale non segnava così poco. 4 punti all'attivo per Bantom e USA in finale. Avversaria l'URSS, in piena guerra fredda.

In finale naturalmente gli americani sono strafavoriti. Da quando il basket è sport olimpico, cioè da Berlino '36, hanno disputato 63 partite con 63 vittorie. Però USA-URSS è sempre una partita che ha significati extra-sportivi. La difesa sovietica è impenetrabile, Sergey Belov indovina una grandissima partita. Gli USA sbagliano molto e al 30' il punteggio è 38-28 per l'URSS. Poi coach Hank Iba ordina un pressing a tutto campo che propizia la rimonta americana, fino al 48-49 realizzato da Forbes quando mancano 10” alla fine. A 7” dalla sirena, Collins ruba palla ad Aleksander Belov, a 3” dalla fine subisce fallo. In lunetta è freddo e gli USA sorpassano: 50-49.

A quel punto succede qualcosa che resterà per sempre nella storia dello sport. Il coach sovietico Kondrashin chiama un time-out tra un tiro libero e l'altro, cosa che secondo le regole Fiba non si può fare. Il tempo scorre e quando il cronomentro segna 19'59” il pubblico invade il campo per festeggiare la vittoria americana. Ma il segretario Fiba William Jones, che da sempre ce l'ha con gli Stati Uniti perché alle manifestazioni Fiba portano squadre di secondo piano, sospende tutto e, dopo che il campo è stato sgomberato, ordina di ripartire con 19'57” sul cronometro, accogliendo la richiesta del time-out sovietico. Si riparte con rimessa dalla linea di fondo, Edesko effettua un lancio lunghissimo, calpestando la linea di fondo. Si continua. Aleksander Belov riceve il pallone appoggiandosi su due americani, percorre tre passi e segna il 51-50 proprio sulla sirena. Dopo 18 ore di consultazioni, il ricorso americano viene respinto, con il Cio che se ne lava le mani dichiarando la propria incompetenza dato che si trattava di una questione tecnica. Per la prima volta gli USA non vincono i Giochi olimpici e non si presentano sul podio per protesta.

«Il giorno dopo pensavo che fosse accaduta la cosa peggiore del mondo. Poi ho visto altre Olimpiadi decise dai giudici e ho accettato l'idea. Ma ancora oggi sono sicuro di aver vinto quella partita». Così parlò Mike Bantom nel 1986, appena arrivato a Roma, quando gli fu chiesto dei 3 secondi che cambiarono la storia del basket. Lui c'era.