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sabato 30 marzo 2013

30 marzo 1983, il Banco vince a Gorizia ed è in semifinale


Il Banco fa il suo dovere e si qualifica per le semifinali vincendo gara2 a Gorizia. Ma non è stata affatto un'impresa facile. Nel primo tempo la squadra di De Sisti domina e il Banco non precipita solo grazie a Wright, che segna 14 dei 31 punti messi a segno dalla formazione di Bianchini, che eal 14' s'era ritrovata sotto anche di 7 (28-21). Poi lentamente il Banco ritrova se stesso, Gilardi e Castellano trovano la via del canestro, ma al 12' della ripresa la San Benedetto è ancora avanti 56-53. Poi uno scontro tra Ardessi e Kea accende gli animi. Rissa in campo, gli arbitri confondono Kea, nero, con Castellano, biondo, ed espellono quest'ultimo. Il Banco va in vantaggio, ma Gorizia non molla. A 56” dalla fine LaGarde, ex compagno di Kea a Dallas, pareggia. A 40” dalla fine tira Wright e sbaglia. A 10” dalla fine sbaglia anche Ardessi. Ma Solfrini subisce fallo e con grande freddezza segna i tiri liberi.

Finita lì? Neanche per sogno, il pubblico goriziano tira di tutto in campo e Bianchini è costretto a interrompere l'intervista con la Rai per scappare via. Piovono sassi anche sul pullman, finché la squadra non trova rifugio in albergo. Bianchini poi viene svegliato alle 5 del mattino ma stavolta può stare sereno, è una buona notizia: è nato il suo primo figlio, Tommaso!

San Benedetto Gorizia-Bancoroma 63-65 (35-31)
San Benedetto: Biaggi n.e., Valentinsig 8 (4/6), Vazzoler (0/2), LaGarde 14 (7/12), Sfiligoi 4 (0/3), Cecchetti n.e., Ardessi 15 (6/14), Pieric 6 (3/4), Mayfield 16 (7/12), Bullara n.e. All. De Sisti
Bancoroma: Wright 16 (8/15), Prosperi n.e., Sacripanti n.e., Kea 9 (3/9), Gilardi 18 (9/13), Polesello 4 (2/6), Sbarra n.e., Solfrini 2 (0/2), Delle Vedove, Castellano 16 (8/13). All. Bianchini
Arbitri:Albanesi e Tallone
Spettatori: 5000 Incasso: 33 milioni

Di tutto questo, e di molto altro, si parla in "Banco! L'urlo del Palaeur", il libro sull'epopea del Bancoroma, che trovate qui:

online sul sito ilmiolibro.it
scrivendo all'indirizzo e-mail bancoroma83@gmail.com per informazioni e richieste
presso la libreria Pagine di Sport di via dei Tadolini 7/9, a circa 150 mt. da piazza Mancini/ ponte Duca D'Aosta
- presso l'edicola di piazza Monte Baldo 9a 200 metri da piazza Sempione
 facendo visita alla redazione de Il Romanista, via Bargoni 8 Roma, dalle ore 15 alle 21 tutti i giorni, sabato e domenica compresi (a proposito: se andate in edicola non dimenticate di chiedere Il Romanista!)
libreria Pergamon, via Felice Nicolai 84/86, zona Balduina

giovedì 28 marzo 2013

Datome: "Tanti mi dicono che seguono la Virtus dai tempi di Larry Wright..."


Da Il Romanista di oggi, intervista a Gigi Datome.

Di ragazzi così, che sanno divertirsi, far divertire senza perdere il senso vero delle cose, ne fanno pochi ormai. Di giocatori così, che in tempi di crisi si riducono l'ingaggio per rimanere in una squadra da tempo a sua volta in crisi, non ne fanno proprio più. E' bello, per un tifoso, avere nella propria squadra Gigi Datome, capitano della splendida Virtus di quest'anno. Una squadra che è andata al di là di qualsiasi aspettativa, anche a quelle dello stesso Datome.

Dì la verità, te l'aspettavi così bella?
Ci credevo tanto, altrimenti non sarei rimasto. Forse ci credevamo solo io e il presidente Toti, questa estate. Ma è vero che le cose poi con il tempo sono lievitate e ora siamo anche al di là delle aspettative. Finora è stata una stagione entusiasmante. NOn mi era mai capitato di trovarmi in un gruppo così unito e coeso. E' stata questa la nostra forza e il fattore che ci ha portato tanti punti in più. Siamo cresciuti durante la stagione, a volte siamo stati anche fortuanti, lo riconosco, ma se è successo è anche perché la fortuna ce la siamo cercata e meritata non mollando mai. Nei momenti difficili, e ogni squadra li ha durante una stagione, c'è sempre stata da parte di tutti la voglia di aiutare i compagni in difficoltà, di darsi una pacca sulla spalla, di provare a risolvere i problemi dei compagni invece che pensare solo a salvaguardare se stessi, che in questi casi è la tentazione più forte.

Quando hai avuto la consapevolezza che si poteva andare lontano?
Il giorno della sconfitta subita a Milano, nel girone d’andata. Avevamo perso con uno scarto non molto ampio contro una delle favorite per il campionato. Invece nello spogliatoio c’era un clima di tristezza e rabbia, quasi di disperazione, perché, a prescindere dall’avversario, non eravamo stati in campo nel modo giusto e non avevamo fatto quello che dovevamo. In quel momento ho capito che eravamo una squadra formata da persone che ragionano nel modo giusto.

Tra poco arrivano i playoff. Dove volete arrivare?
Abbiamo tantissima voglia di fare bene. Vedremo con chi capiteremo, potrebbe toccarci proprio Milano, oppure Siena. Però non facciamo calcoli, anche perché sono sicuro che nessuno sarà felice di incontrarci.

Qual è il compagno di squadra che ti ha stupito di più?
Phil Goss. Ha fatto un grandissimo lavoro nello spogliatoio, già dal periodo iniziale in cui io non c’ero per via degli impegni con la Nazionale. Lui ha fatto capire a tutti, in particolare ai giovani appena arrivati come Taylor, Czyz e Lawal, che cos’è il basket europeo e come bisogna comportarsi. Naturalmente conoscevo già le sue doti come giocatore, ma non pensavo che avesse una tale personalità. Sa farsi ascoltare e parla solo quando deve e quando serve. Non parla tanto per parlare. Questo fa di lui un uomo fondamentale per lo spogliatoio.

E adesso si diverte anche con i trick-shot... Che cosa sono?
Sono tiri fatti con acrobazie strane. Lui si diverte a provare a fare tiri impossibili dagli spalti del palazzetto. Una volta ha segnato, l’abbiamo ripreso e messo online. Allora ne ha provati sempre di più difficili, fino a segnare dall’ultimo anello. Abbiamo realizzato un video e l’abbiamo mandato a Gallinari, che si diverte a fare la stessa cosa in America. Ultimamente ha fatto un tiro da tre all’indietro con una mano. Lui ha detto che ne voleva vedere almeno tre. Phil ne ha fatti tre e adesso Gallo ci ha fatto sapere che sta preparando una cosa ancora più difficile.

A proposito di leadership, Valerio Bianchini ti ha paragonato a Larry Wright...
Ringrazio Bianchini per il paragone. La maggior parte dei tifosi che incontro mi dice sempre: «Sai, io seguo la Virtus dai tempi di Larry Wright». Per ovvie ragioni non l’ho mai visto giocare dal vivo, di sicuro lui ha vinto tanto e io no. Da parte mia, cerco in ogni momento, ogni giorno, di dare l’esempio ai miei compagni e di trasmettere loro il concetto che la squadra viene prima di tutto. E’ quello che ho imparato da Tonolli negli anni precedenti. Poi spesso si confonde il concetto di "leader" con quello di "giocatore più forte della squadra". Non è detto che le due cose coincidano. Uno dei nostri leader, ad esempio, secondo me è Lorant, perché è uno che trasmette proprio questo concetto. Quando non gioca, non fa mai facce tristi ed è sempre il più contento di tutti se la squadra vince. Quando gioca, come è accaduto contro Bologna, si fa trovare pronto ed è utilissimo alla causa.

Il pubblico apprezza...
Una cosa che ripeto sempre ai miei compagni, dato che conosco l’ambiente perché è il mio quinto anno qui, è che il risultato più bello che abbiamo ottenuto è avere risvegliato la passione della gente di Roma. Ricordo partite in cui al Palazzetto c’era poca gente e ovviamente per niente felice. Invece oggi si riempie, c’è una simbiosi bellissima tra pubblico e squadra e soprattutto siamo stati applauditi anche dopo le sconfitte. Questo significa che i tifosi sanno apprezzare i nostri sforzi. Percepire questo ci dà una grande forza.

Ti piacerebbe tornare al Palaeur?
Magari. Intanto perché vorrebbe dire essere arrivati alle semifinali, dato che ho saputo che per i quarti le date sono già occupate da Renato Zero. E poi perché significherebbe che il Palazzetto non basta più per i nostri tifosi e che abbiamo definitivamente risvegliato la piazza.

Non ti chiedo dove giocherai il prossimo anno...
...tanto non ti risponderei...

...appunto. Però hai messo in conto che l’amore che hai trovato qui non lo troverai più da nessun’altra parte?
Lo so, ma l’ho già messo in conto la scorsa estate quando ho deciso di rifiutare l’offerta di Bologna e di rimanere qui. L’affetto nei miei confronti lo sentivo anche quando le cose andavano male, c’era sempre qualcuno pronto a incoraggiarmi. Adesso magari mi aspettano più persone all’uscita dopo le partite e comincio ad essere riconosciuto per strada. Non ci ero abituato. Comunque è presto per le decisioni, quando sarà il momento mi siederò con Toti e parleremo serenamente.

Com’è il tuo rapporto con la città?
Ho la fortuna di abitare vicino al Palazzetto, quindi non subisco quello che è il più grande problema di Roma, cioè il traffico. Amo passeggiare in centro, scoprire ogni volta posti nuovi, compresi quei ristorantini di cui magari non t’eri mai accorto e che scopri poi essere buonissimi. E poi riesco ancora a confondermi in mezzo alla gente, per potermi gustare il fascino della città in tranquillità, cosa che non accadrebbe in una piccola cittadina che vive per il basket.

Sei un divoratore di libri. In quale libro ti piacerebbe vivere?
Harry Potter e non credo di dover spiegare perché.

Qual è stato il tuo libro importante?
Forse un libro "importante" non l’ho ancora incontrato. Le cose che hanno cambiato e indirizzato la mia vita sono sempre venute da esperienze reali. Però se penso a un libro che mi è entrato dentro, dico Shantaram, di Gregory David Roberts. Mi ha fatto immergere in un mondo che mi era totalmente sconosciuto, quello dell’India. Sono più di mille pagine, ma l’ho letto in pochissimo tempo ed ero dispiaciuto di averlo finito. So che potrebbero farne un film, anche se bisognerebbe sempre evitare il paragone tra i libri e i film, perché leggendo un libro ti crei la tua visione della storia, che naturalmente non è mai come quella del regista che poi sceglie di farne un film.

Cosa stai leggendo ora?
Un libro di Charles Bukowski, di cui mi piace lo stile, molto crudo. Si chiama "Il capitano è fuori a pranzo".

(Sono le 14.30) Messaggio ricevuto, capitano. Sennò più che crudo, il pranzo diventa scotto... 

lunedì 25 marzo 2013

30 anni fa: Bancoroma-San Benedetto Gorizia, quarti di finale playoff


26 marzo 1983, iniziano i playoff. Il Bancoroma comincia direttamente dai quarti di finale affrontando la San Benedetto Gorizia, che agli ottavi ha eliminato in tre partite la Sav Bergamo allenata da un giovane tecnico di nome Carlo Recalcati. Due giorni prima il Billy ha perso la finale di Coppa Campioni per un punto contro la Ford Cantù, ma ovviamente nessuno ci pensa. Bianchini non si nasconde: «Siamo arrivati primi in regular season e vogliamo confermarlo. I nostri obiettivi sono maturati e cresciuti con noi durante il campionato». Solamente lui, Solfrini, Gilardi e Wright hanno esperienza di playoff. Si gioca al Palazzetto, nonostante da mesi si tenti invano di riaprire il Palaeur, che pare possa essere comunque utilizzato per le eventuali semifinali. Ci sono 2500 spettatori, per 15 milioni d'incasso. Il Banco gioca 15 minuti alla grande, poi gestisce abbastanza agevolmente i tentativi di rientrare della squadra allenata da De Sisti, che però già nel post-partita promette battaglia per gara 2. E rispetterà la promessa.

Sabato 26/3/1983
Bancoroma-San Benedetto Gorizia 67-54 (38-27)
Bancoroma: Wright 8 (3/12), Prosperi n.e., Kea 17 (7/16), Sacripanti n.e., Gilardi 9 (3/8), Polesello 4 (2/3), Sbarra n.e., Solfrini 14 (6/14), Delle Vedove n.e., Castellano 15 (7/13). All. Bianchini.
San Benedetto: Biaggi n.e., Valentinsig 2 (1/3), Vazzoler (0/1), LaGarde 14 (6/16), Sfiligoi 2 (1/2), Cecchetti 6 (3/4), Ardessi 19 (8/17), Pieric (0/7), Mayfield 11 (4/11), Nobile n.e. All. De Sisti
Arbitri: Paronelli e Casamassima
Spettatori: 2500 Incasso: 15 milioni
Tiri: Bancoroma 28/66, San Benedetto 23/61. Tiri liberi: Bancoroma 11/12, San Benedetto 8/12. Rimbalzi: Bancoroma 32 (Kea 13), 15 offensivi; San Benedetto 24 (LaGarde 9), 8 offensivi. Palle perse: Bancoroma 8, 9 recuperi (Kea 2); San Benedetto 9 (Vazzoler e LaGarde 3), 5 recuperi.

Di questa partita, di quelle che la precedono e di quelle che la seguiranno, si parla naturalmente in “Banco! L'urlo del Palaeur”, il libro dedicato all'epopea del Bancoroma basket, che potete trovare qui:

online sul sito ilmiolibro.it
scrivendo all'indirizzo e-mail bancoroma83@gmail.com per informazioni e richieste
presso la libreria Pagine di Sport di via dei Tadolini 7/9, a circa 150 mt. da piazza Mancini/ ponte Duca D'Aosta
- presso l'edicola di piazza Monte Baldo 9a 200 metri da piazza Sempione
 facendo visita alla redazione de Il Romanista, via Bargoni 8 Roma, dalle ore 15 alle 21 tutti i giorni, sabato e domenica compresi (a proposito: se andate in edicola non dimenticate di chiedere Il Romanista!)
libreria Pergamon, via Felice Nicolai 84/86, zona Balduina

domenica 10 marzo 2013

Virtus contro Siena? La prima volta 42 anni fa...

La Virtus gioca contro Siena. E' sempre una storia. Non molti anni fa c'era in palio lo scudetto, che ultimamente vincono sempre loro, anche se c'è stato un momento in cui era la Virtus ad eliminarli sempre dai playoff. Ultimamente non c'è stata storia, stavolta ci si gioca il terzo posto. E quante storie, anche in passato... A noi la storia piace, altrimenti non ci saremmo imbarcati nell'idea di un libro sul Bancoroma. E allora, oggi andiamo a scavare fino a quando il Bancoroma non c'era. Anzi, c'era ma doveva ancora fondersi con la Virtus Roma, che militava nel campionato di Serie C. Parliamo della stagione 1971-72 e questa è la prima partita della Virtus disputata contro una squadra di Siena (non la Mens Sana) di cui si abbia una documentazione. La Virtus perse, pazienza.


In "Banco! L'urlo del Palaeur" non trovate sfide contro Siena, ma ci trovate i migliori anni della nostra Virtus... e il libro lo trovate qui:


online sul sito ilmiolibro
scrivendo all'indirizzo e-mail bancoroma83@gmail.com per informazioni e richieste
presso la libreria Pagine di Sport di via dei Tadolini 7/9, a circa 150 mt. da piazza Mancini/ ponte Duca D'Aosta
- presso l'edicola di piazza Monte Baldo 9a 200 metri da piazza Sempione
 facendo visita alla redazione de Il Romanista, via Bargoni 8 Roma, dalle ore 15 alle 21 tutti i giorni, sabato e domenica compresi (a proposito: se andate in edicola non dimenticate di chiedere Il Romanista!)
libreria Pergamon, via Felice Nicolai 84/86, zona Balduina