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domenica 28 luglio 2013

"La squadra che non c'era", tutte le informazioni per averlo

Siamo andati a regime. “La squadra che non c'era – Virtus Roma 2012-13, storia d'amore e d'amicizia” (formato tascabile, 132 pagine, 12 euro) si sta diffondendo e allora è il caso di riepilogare come fare per entrarne in possesso.

Per averlo:

Online a questo link: http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=1005003 E' semplice, veloce, e in pochi giorni vi arriva a casa.

Oppure:

  • Libreria Pagine di Sport in Via dei Tadolini 7/9, adiacente Piazza Mancini (per info sugli orari d'apertura: 06.455.036.06)
  • Edicola di Piazza Monte Baldo 10, zona Monte Sacro, a 200 metri da Piazza Sempione
  • Redazione de “Il Romanista”, Via Bargoni 8 (Porta Portese) tutti i giorni dalle 15 alle 21. E se siete (s)fortunati, potreste incontrare anche l'autore.

    Per informazioni, c'è sempre la mail bancoroma@gmail.com

giovedì 25 luglio 2013

Anche 20 anni fa la Virtus era la squadra che non c'era. E arrivò Tonolli

«Sabato, al termine della partita, mia moglie mi ha detto di essere orgogliosa di me. Le ho risposto: Valeria, peccato che ci siamo conosciuti tardi. Non hai potuto vedere così spesso quanto mi sarebbe piaciuto il vero Tonolli giocatore».Te lo raccontiamo noi,Valeria...

Comincia così il capitolo dedicato ad Alessandro Tonolli in “La squadra che non c'era”. Giocherà la ventesima stagione con la maglia della Virtus, la seconda senza esserne il capitano. Anche vent'anni fa era una squadra che non c'era. Perché la Virtus era retrocessa e aveva rischiato non di giocare la Serie A2, ma di sparire, prima di essere resuscitata da Corbelli. Così arrivò Tonolli.

E se l'anno scorso la squadra che non c'era è diventata una delle Virtus più belle di sempre, è anche perché Alessandro Tonolli a un certo punto ha deciso di lasciare la fascia di capitano a Datome. Perché nella Virtus 2012-13 ci sono anche i suoi valori e il suo attaccamento alla maglia e quindi si meritava un capitolo anche se ha giocato pochissimo. Eppure, in quei minuti contro Reggio Emilia, nella partita più difficile dell'anno, ci puoi trovare tutto Alessandro Tonolli e tutta la Virtus. Da pagina 108 a pagina 112. Ordinatelo qui.

lunedì 22 luglio 2013

I primi 70 anni di Valerio Bianchini

Giunse a Roma negli anni Settanta. Oggi compie Settant'anni. Tanti auguri a Valerio Bianchini. Per l'occasione, ecco l'incipit del capitolo a lui dedicato in "Banco! L'urlo del Palaeur", il libro sull'epopea del Bancoroma:

Roma è città di grandi personaggi. Condottieri, imperatori, ribelli, artisti, poeti, eroi. Ne ha bisogno, e loro hanno bisogno di lei. La città sembra fatta apposta. Li abbraccia con la sua atmosfera d’altri tempi, se li prende con il suo naturale sincretismo, offre loro nuove emozioni. Da tali individui è amata più che dai suoi stessi figli, che avendo la sfortuna di essere romani, considerano normale ciò che per il resto del mondo è straordinario. T’invidio turista che arrivi. Grande città, Roma li sa riconoscere. Metropoli fondamentalmente provinciale, li segue e li rispetta come se le servissero per darsi un tono. Alla fine li ama più dei suoi stessi figli, ai quali non fa sconti. Valerio Bianchini, nella pallacanestro, è esattamente uno di questi grandi personaggi. (...)

Valerio Bianchini è nato in un ex accampamento romano, Torre Pallavicina, paesino del bergamasco dove la gente è tutta casa, lavoro e Democrazia Cristiana. È nato sotto le bombe, perché lì nel 1943, in piena guerra Valerio scopre il basket. Continuando a non superare il metro e 70, decide che il basket è meglio seguirlo dalla panchina. È una folgorazione. Può interrompere tutto, perfino gli studi di filosofia a pochi passi dalla laurea, ma non il suo studio matto e disperatissimo della pallacanestro. Da Arnaldo Taurisano e Dido Guerrieri, di cui è stato assistente, impara tecnica e tattica. Con i clinic di Lou Carnesecca e Jack Ramsey, e spiando gli allenamenti di Richard Percudani alla Pallacanestro Milano, scopre l’America. Dalle ragazze dell’Oratorio femminile Villasanta impara come si tiene in mano un gruppo e dalla Madre Superiora nel 1965 riceve il suo primo stipendio: 40mila lire, che divide con il suo assistente dato che ci mette la macchina per gli spostamenti.

Come continua? E cosa c'è prima? Il libro si può acquistare online, a questo link: 

domenica 21 luglio 2013

"La squadra che non c'era", ecco come e dove trovarla

Non era previsto. Ma anche da queste parti a volte i lavori finiscono prima. E così “La squadra che non c'era”, il libro sulla stagione 2012-13 della Virtus (12 euro, 132 pagine, formato tascabile) si può già acquistare.

Ecco le modalità:

Online a questo link: http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=1005003 E' semplice, veloce, e in pochi giorni vi arriva a casa.

Inoltre, da metà settimana lo troverete qui:

  • Libreria Pagine di Sport in Via dei Tadolini 7/9, adiacente Piazza Mancini
  • Edicola di Piazza Monte Baldo 10, zona Monte Sacro, a 200 metri da Piazza Sempione
  • Redazione de “Il Romanista”, Via Bargoni 8 (Porta Portese) tutti i giorni dalle 15 alle 21. E se siete (s)fortunati, potreste incontrare anche l'autore.


Per ulteriori informazioni c'è sempre l'email bancoroma83@gmail.com

giovedì 18 luglio 2013

"La squadra che non c'era". Il libro sulla Virtus Roma 2012-13

E’ come la Virtus Roma 2012-13: costa poco, è stato realizzato in poco tempo, ma con tanta passione. Sono 130 pagine in formato tascabile (12 Euro) e da lunedì 22 sarà acquistabile su www.ilmiolibro.it.

Si chiama “La squadra che non c’era – Virtus Roma 2012-13, storia d’amore e d’amicizia”. 

Come si capisce facilmente da questi indizi, è il libro sulla stagione della Virtus.
Eravamo una favola da raccontare a chi ama questo sport”, ha detto Gigi Datome, che proprio oggi ci saluta.

Questa favola meritava di essere raccontata, anche se è mancato il lieto fine. Ci sono le partite più belle, le storie dei protagonisti, aneddoti, statistiche, alcuni dei tweet più significativi di giocatori e tifosi. 
Perché, come in ogni favola, anche in questa c’è stata una magia: giocatori e tifosi sono diventati la stessa cosa, grazie a una squadra che non doveva neanche esistere.

C’era una volta…la squadra che non c’era. L’abbiamo vissuta felici e contenti.


Per prenotare la tua copia: bancoroma83@gmail.com

martedì 9 luglio 2013

Dalmonte: "Entusiasta". Alberani: "Priorità è tenere Goss". Tutta la conferenza stampa

Dalmonte: “Fortuna vuole che sono emozionato. Vuol dire che c'è ancora qualcosa dentro. L'emozione è figlia di quello che sento e di dove sono. Ringrazio Marco Calvani per quello che ha scritto e detto su di me. Ci siamo anche sentiti. Già il fatto che mi abbia telefonato per me è un grande segnale. Sono emozionato perché consapevole di essere a Roma, con la erre maiuscola. Sono consapevole che si viene da una stagione fantastica, ai limiti dell'irripetibile. Ci sono grandi motivazioni, grandi responsabilità. Ma bisogna essere pronti a gestirle. Da parte mia, oltre all'emozione e alla consapevolezza c'è la massima motivazione per affrontare questa nuova stagione. Credo nel lavoro di squadra. Ciò significa lavorare cooperando. Questo è un concetto che seguo con Alberani nella composizione della squadra e che deve appartenere al prossimo staff. Fare squadra nello staff vuol dire che il mio dovere è affidare ai collaboratori la massima libertà di espressione. Il lavoro di tutti noi è migliore del lavoro di ognuno di noi se prende la propria singola strada. Significa dare l'esempio ai giocatori del fatto che la forza dell'inisieme è migliore della forza dei singoli. Contano anche le regole del gruppo dei giocatori. Dal giorno del raduno dobbiamo essere nel più breve tempo possibile una squadra. Serve condivisione di regole, obiettivi e comportamenti. Non esiste “io”, esiste “noi”. Il lavoro quotidiano deve essere la base di ciò che si farà in campo. Non chiedetemi mai un'opinione su un singolo giocatore. Parlerò solo della squadra. Il “noi” vale per la squadra e deve valere per me. Il singolo giocatore non è un soggetto importante. Voglio un sistema in cui si possa essere liberi in quanto esistono le leggi e le regole. Il caos non è libertà, è confusione. Dentro alle regole ognuno di noi avrà la possibilità di esprimere il proprio talento. Sarà un sistema attacco-difesa senza limitazione del talento, con espressione massimale del talento stesso, gestita dalle regole. Ognuno di noi avrà un confine dentro il quale esprimere se stesso. Talento al servizio della squadra. Il mio compito è mettere ogni giocatore comodo dentro un sistema. Comodo significa che devo metterlo in condizione di esprimere il massimo di se stesso. E' importante la definizione dei ruoli, nello staff e nella squadra. E deve condividerlo. Un giocatore contento del proprio ruolo rende di più e rende di più la squadra. Oggi è difficile parlare di un obiettivo, perché abbiamo una squadra in cantiere, come lo sono le altre squadre. Oggi darci qualsiasi tipo di obiettivo reale è fuori tempo. Verrà il tempo in cui dichiareremo il nostro obiettivo perché è giusto averlo. Voglio fare il meglio possibile in ogni minuto trascorso a Roma e alla Virtus Roma. L'unica premessa è oggi cercare meglio di ieri e domani meglio di oggi”.

Alberani: “Ringrazio Luca per l'entusiasmo e l'energia con cui si è tuffato in questa avventura. La trattativa è stata veloce per la sua voglia di venire qui. C'è stata condivisione totale sugli obiettivi e sulle regole. L'anno scorso è stato fatto tantissimo. Sono contento che abbia accettato questa proposta”.

Con che spirito si accetta una sfida del genere, sapendo che fare meglio dell'anno scorso sarebbe un'impresa titanica?

Ogni giorno è una sfida, ogni stagione è una sfida. La sfida è il concentrato del nostro mestiere. All'interno della sfida è importante essere pronti a dare tutto ciò che hai. Considerando quello che è stato, senza farsi condizionare dal pensiero di ciò che sarà, ma conta solo essere sul pezzo. Quello che stai facendo in quel momento. E' importante che chiunque, chi rimarrà e chi è nuovo, abbia questo senso di sfida. Vincere o perdere una partita è un dettaglio. Può essere anche un caso. L'equilibrio del prossimo campionato è una delle poche cose certe. Dobbiamo farci trovare pronti ogni giorno e non sprecare mai nessuna occasione”.

Sarà una squadra costruita intorno a Hosley come lo era intorno a Datome?

Datome ha fatto una scelta. Da parte mia sarebbe una interpretazione sbagliata pensare che Hosley è il nuovo Datome. Non sarebbe giusto. Sono due giocatori diversi, inutile fare parallelismi. Non esiste un altro Datome. Dobbiamo presentarci con un vestito diverso. Il mio compito è pensare di disegnare un vestito giusto che calzi bene con le caratteristiche di ogni singolo giocatore”.

Con che spirito Roma disputerà l'Eurocup? Cosa ti ha dato l'esperienza in Turchia?

Non siamo entrati nei dettagli di ciò che sarà l'avventura in coppa. Vediamo cammin facendo, provando a farsi trovare sempre pronti, che tipo di risultati meriteremo e giorno dopo giorno faremo le nostre valutazioni. Turchia? Quando affronti il “nuovo”, torni a casa sempre più ricco e migliore. La Turchia è un paese in espansione e spero lo diventi a breve anche dal punto di vista culturale. E' un'esperienza che rifarei”.

E' disposto a cambiare le sue idee in corso d'opera, in base al mercato?

Siamo in mano al mercato. Il ruolo dell'allenatore è avere delle proprie idee, credere in certi principi. E io credo fermamente che una squadra deve essere sorretta da un sistema. Quale sistema, lo scopriremo giorno dopo giorno in base ai giocatori. Non esiste un precotto. Quando andai a Pesaro una persona mi disse che forse i giocatori non erano adatti al mio sistema. A fine anno mi disse che la cosa più bella era stata che mi ero adeguato a loro e loro si erano adeguati a me. Dobbiamo sistemare le cose in modo tale che ogni giocatore si esprima al meglio. A volte ci sono giocatori con visibilità e peso specifico diversi, ma ci sono quelli che io chiamo “bilanciatori”; che sono oscuri e non si vedono, ma che rendono il tutto equilibrato”.

Chi curerà la preparazione in sua assenza?

Lo decideremo a giorni. Sarà un collega che mi darà una grande mano. A me e alla Virtus Roma. Non esistono subordinati. Ci dovrà essere un lavoro importante di preparazione in vista del giorno del raduno. Lo seguirò a distanza, per conoscenza e non per controllo. Vedrò a distanza allenamenti e amichevoli. Due anni fa a Pesaro arrivai 20 giorni prima dell'inizio del campionato, come anche 2 giocatori, e le cose andarono bene. E' una problematica che inciderà poco”.

Che peso darà ai giovani italiani della Virtus?

Bisogna capire che cosa ci può offrire il mercato, avere la mano sul timone in caso di onda anomala. Dare una risposta oggi è durissima”.

Il capitano lo scegli tu o la squadra?

Lo sceglieremo con la società. E' un argomento che non abbiamo affrontato”.

Vi siete dati una data di massima per completare il roster?

No. Dobbiamo avere le idee chiare noi, monitorare la situazione, non c'è una data assoluta. Potremmo anche deciderlo, ma il mercato è una belva pazzesca”.

Che idea hai di Jordan Taylor e di Hosley?

Deve confermarsi sui livelli della sua prima stagione. Sarà molto dura. Confermare significa fare due volte. Ha qualità per farlo e parte dal vantaggio di sapere esattamente dov'è. Hosley è un giocatore di grande concretezza e solidità. Può essere un giocatore che produce, ma anche uno che può dare alla squadra ciò di cui ha bisogno. Un canestro, un passaggio in più, una presenza difensiva, capacità di sdoppiarsi in vari ruoli. E' un giocatore estremamente utile e con qualità”.

C'è un giocatore che ha avuto al Fenerbahce che vedrebbe bene a Roma?

Non potremmo pagargli neanche il biglietto aereo”.

Per Alberani: ci sono già giocatori da vedere alla Summer League? Per il pivot che idee hai?

Ci sono già obiettivi che vado a vedere e che sto condividendo con Luca. Vedremo le risposte sul campo e dei loro agenti. Le Summer League sono come la borsa. Come per Datome, non esiste un altro Lawal. Non c'è stato un giocatore in Europa che ha avuto una rivalutazione simile. Speriamo di trovare tanti giocatori su cui spalmare ciò che ci dava Gani. Stiamo guardando alcuni giocatori per il ruolo di centro e ci muoveremo anche a prescindere dalla Summer League”.

Esterni: sei attento all'Estudiantes?

La priorità è tenere Goss. L'allenatore condivide. Se lui avesse idee diverse, valuteremo altre piste”.

Per Dalmonte: che risposta ti aspetti dalla città e dai tifosi?


E' il nostro quotidiano a farci guadagnare la stima delle persone. Il modo di lavorare e l'impegno. Non ho alcun tipo di aspettativa. Ho voglia di andare in campo e lavorare. Non chiedo niente. Prima devo fare qualcosa. Poi eventualmente... Ma forse neanche poi. Si continua a fare. Cerco di essere trasparente, non racconto bugie, se non posso rispondere non rispondo ma non dico bugie. Rispetterò le opinioni di tutti e cercherò di motivare le mie”. 

lunedì 8 luglio 2013

Quinton Hosley, Terminator 2

Da Il Romanista di oggi

Arriva "Terminator 2". E' Quinton Hosley, ala americana di passaporto georgiano che giocherà nel 2013-2014 con la maglia della Virtus. Già visto a Sassari un anno fa, ha concluso la stagione nel campionato polacco con il Zielona Gora (ex squadra di Gani Lawal) vincendo il titolo e risultando l'MVP delle finali. Il giocatore, classe 1984, ha chiuso l'annata con 15.6 punti di media a partita e ha anche partecipato ali Eurocup, la competizione che la Virtus ha "responsabilmente" scelto di disputare.

Perché Terminator 2? Perché è il figlio di Terminator, ovvio. Così infatti veniva soprannominato Ron Mathias, padre di Quinton, che ha scelto il cognome della madre ma il soprannome del padre. Ron Mathias è una leggenda del Rucker Park, il playground di New York. Giusto per capire, il ragazzo che ha studiato nel Bronx ha segnato una volta 81 punti contro la squadra dove giocavano Walter Berry (visto in Italia con Napoli e Cantù) e l'ex All Star Nba Mark Jackson (oggi coach di Golden State) . Raccontano di averlo visto segnare 107 punti in una gara (quando non esisteva ancora il tiro da tre), che sarebbe un record niente male... Dicevano che sapesse fare un po' tutto, che fosse dotato di grande forza fisica e che fosse difficile batterlo in uno contro uno. Del figlio, si dicono cose simili. Quello che dice lui, invece, è questo: «La mentalità del playground è vincente anche in campionato, perché ti educa a dimostrare di essere più forte di quello che hai davanti. Questo mi viene in aiuto dopo qualche tiro sbagliato: non mi deprimo, penso solo che sono più forte e voglio dimostrarlo».

Newyorkese purosangue dotato di preziosissimo passaporto georgiano, è stato un'icona del campionato turco passando tra Karsyaka, Galatasaray ed Aliaga Petkim (nel 2009 fu il re delle palle recuperate), mentre andarono meno bene le cose inSpagna con Real e Badalona. A Sassari chiuse la stagione con 14.5 punti di media e 5.2 rimbalzi a partita e ricevette anche la visita di "Terminator". Chissà, magari lo vedremo anche a Roma.

Così lo descrive Alberani: «È un giocatore che ci piace tanto e che piace al nuovo allenatore. Al di là di quello che deciderà Datome, crediamo che possa giocare con lui per via della grande duttilità». Datome intanto pare vicino a Memphis. «Bisogna aggiungere poi che ha passaporto georgiano e dunque non pesa sul computo degli americani. E' duro mentalmente, in grado di cambiare quattro ruoli in difesa, tira bene da fuori; mi sono sentito di identificarlo in una pietra miliare e d'accordo con me Dalmonte».


Domani sarà presentato il nuovo coach di Roma, che intanto si è sposato. La moglie si chiama Romina. Il senso dell'ironia non manca. 

venerdì 5 luglio 2013

Mario De Sisti e Marco Calvani

A lui per certi versi è andata anche peggio che a Marco Calvani, perché fu mandato via dopo aver alzato un trofeo. La Coppa Korac del 1986 con il Bancoroma. Lui è Mario De Sisti e ha scritto una lettera alla Gazzetta dello Sport alla rubrica "Porto Franco", di Franco Arturi. Eccola.

Caro Franco,
ti scrivo perchè mi sento un po' disgustato e non mi riconosco più in questo basket, anche se mi ha dato molte soddisfazioni. La notizia che mi ha più choccato è il mancato rinnovo del contratto a Marco Calvani a Roma dove aveva fatto un autentico miracolo. Quando leggo le motivazioni ed il comunicato stampa del general manager Alberani, mi vien da pensare che questo «fenomeno» di dirigente non abbia l'esperienza per giudicare l'operato dell'allenatore. Oggi è ormai impossibile, per certe squadre, fare programmi, perché dopo una sola annata si tende a cambiare allenatore. Evidente che non si hanno le idee chiare.

Mario De Sisti

Della Korac vinta da De Sisti si parla in "Banco! L'urlo del Palaeur", il libro sull'epopea del Bancoroma che trovate qui:

online sul sito ilmiolibro.it
scrivendo all'indirizzo e-mail bancoroma83@gmail.com per informazioni e richieste
presso la libreria Pagine di Sport di via dei Tadolini 7/9, a circa 150 mt. da piazza Mancini/ ponte Duca D'Aosta
- presso l'edicola di piazza Monte Baldo 9a 200 metri da piazza Sempione