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martedì 29 ottobre 2013

Intervista a Sasa Obradovic: "La scorsa estate ho tirato tre monete nella fontana di Trevi..."

Da "Il Romanista" di oggi

 I ricordi sono tanti. Furono due anni intensissimi, quelli di Sasa Obradovic alla Virtus Roma. Il dramma del compagno di squadra Ancilotto e quello della sua famiglia, sotto le bombe della NATO a Belgrado mentre lui giocava lo spareggio playoff contro SienaFu il migliore in campo e quando uscì tra gli applausi, si strappò via la fascetta nera che portava sulla canotta e salutò a testa bassa per cacciare dentro le lacrime. Una squadra che in quei due anni, nonostante altri problemi, dalle squalifiche di Edwards e Boni ai cambi di allenatore nella seconda stagione, si conquistò sul campo la stima del pubblico e si guadagnò tanti applausi, regalando partite memorabili e sfiorando la finale di Coppa Korac. Di quella squadra Sasa Obradovic fu uno dei leader, capace di esaltarsi e di esaltare le qualità dei compagni. Mise tutto se stesso in quella avventura e oggi che torna da avversario, coach di quell'Alba Berlino dove aveva giocato (e vinto, allenato da Svetislav Pesic, la Korac) prima di venire a Roma. I ricordi sono tantissimi dentro di lui: «Durante gli europei del 1997 a Barcellona ho iniziato a trattare con la Virtus tramite il mio agente Dario Santrolli. Non avevo trovato un accordo per prolungare il contratto con l'Alba Berlino. Costavo un po' troppo (ride...). Mi piaceva l'idea di andare a Roma, una delle più belle città al mondo, anche se non sapevo molto riguardo alla società. Ora dico che fu la migliore decisione possibile perché torno spesso a Roma e ogni volta mi emoziono come se stessi tornando a casa dopo un lungo viaggio».

L'inizio fu duro, con la morte di Ancilotto.
Ancora oggi quando ci penso provo un grande dolore per la perdita di uno dei giocatori italiani più talentuosi e di una grande persona. Avevo legato con lui fin dall'inizio e stava cercando di aiutarmi nei miei primi passi a Roma. La sua è stata una grande perdita, quando ci penso mi sento sempre molto triste.

Cosa ricordi dei tuoi compagni di squadra?
Eravamo un bellissimo gruppo e ho un bel ricordo dei miei compagni di squadra. Come se fosse oggi. Tonno che cerca sempre di avere un look perfetto, buoni vestiti, pettinatura curata, barba sempre in ordine... Davide Pessina che legge sempre libri prima dell'allenamento, divertente... Walter Magnifico molto competitivo e con una grandissima energia nonostante l'età... Busca che gioca praticamente senza ginocchia e senza cartilagine... il grande carattere di Andrea Cessel che era sempre il primo a rialzare un compagno di squadra se cadeva a terra durante le partite o l'allenamento... la casa di Fabrizio Ambrassa dove guardavamo le partite di basket e degustavamo un bicchiere di buon vino... Lupo Rossini, la sua leadership e il suo talento... Flavio Carera che si mette il ghiaccio sulla schiena dopo ogni allenamento, una cosa mai vista prima... Bill Edwards, un talento di livello altissimo frenato dagli infortuni e dal suo carattere...Warren Kidd, una macchina a rimbalzo... Big John Turner, grande cuore... E una vera leggenda come Mario Boni. Penso che lui ed io siamo stati una grande coppia. Ricordo le pizze tutti insieme il venerdì sera dopo l'allenamento nella piccola palestra di Settebagni, stavamo molto bene insieme, la città è nel mio cuore e non solo perché sono stato bene e ci ho giocato, ma perché a Roma è nata la mia prima figlia, proprio in questi giorni. Era il 31 ottobre 1997 e lei nacque all'ospedale San Pietro. Mi stavo organizzando per portare la mia famiglia qui a Roma in questa occasione per vedere la partita e l'ospedale, e festeggiare il suo compleanno, ma purtroppo non ci siamo riusciti.

Sei soddisfatto dei risultati raggiunti? Si poteva fare di più?
Eravamo un grande gruppo e tra noi c'era una buona atmosfera, che ci ha permesso di superare le difficoltà iniziali e anche di andare oltre le nostre possibilità. Anzi, penso che alla fine della prima stagione abbiamo espresso un basket anche superiore rispetto alle nostre qualità, grazie ad Attilio Caja e al mio amico Marco Calvani. E chissà che cosa ricorderemmo oggi se avessimo avuto la squadra al completo... Pagammo la brutta partenza e la morte di Davide, ma poi facemmo una grande stagione, nel girone di ritorno vincemmo quasi sempre, arrivammo in semifinale di Korac e ai playoff vincemmo una partita contro la Kinder Bologna che in quell'anno vinse l'Eurolega. L'anno dopo iniziammo benissimo, eravamo primi in classifica a un certo punto. Poi le cose non sono andate come speravamo, ma passammo un turno ai playoff e sfiorammo la vittoria ancora a Bologna, in gara1... Diciamo che non fummo fortunati con l'arbitraggio, quel giorno.

E la curva cantava: “Obradì, obradà, Obradovic”, sulle note di “Obladì, obladà” dei Beatles...
E come potrei dimenticarlo? Chi ha inventato quel coro ha tutto il mio rispetto per l'originalità! Era un grande onore giocare per tifosi così appassionati e divertenti. Ogni tanto riascolto “Obladì obladà” e quando capita ripenso alla Virtus Roma.

Gara 3 ottavi di finale contro Siena, 1999. La tua ultima vittoria, mentre la NATO bombarda la Serbia...
Fu un periodo molto difficile per me e per la mia famiglia, che era a Belgrado. In qualsiasi momento potevano essere colpiti come obiettivi collaterali, si diceva così all'epoca. Fu difficile per me restare concentrato. Pensai che se avessi giocato bene poi avrei avuto la possibilità di parlare e di farmi ascoltare da più persone. Ma poi, se ricordate, mentre stavo dando l'intervista alla Rai i nervi non hanno retto e non ero in grado di parlare. Durante la partita ho provato a lasciare fuori tutti i problemi e ad essere me stesso in campo.

Hai seguito le imprese della Virtus della scorsa stagione?
Ho visto molte partite della scorsa stagione e ho tifato sempre per la Virtus e per Marco Calvani. Lui ha fatto un grande lavoro, forse il capolavoro della sua carriera. Ha tratto il massimo, forse anche di più, dai giocatori che aveva. Spero che trovi al più presto una panchina importante.

Che partita ti aspetti stasera?
Questa è una squadra che mi piace. Ci sono alcuni giocatori che avrei voluto prendere per l'Alba Berlino e con un bravo allenatore come Luca potranno migliorare molto in futuro. Anche noi abbiamo tanti giocatori nuovi e abbiamo bisogno di tempo per migliorare. Penso che sia una sfida equilibrata e la Virtus ha anche la possibilità di aggiungere Bobby Jones. Con lui saranno più forti di come sono in campionato. Penso che a Roma sia favorita la Virtus, mentre noi lo saremo a Berlino, al ritorno.

Dopo aver giocato nell'Alba Berlino, hai giocato a Roma. Adesso, dopo aver allenato l'Alba Berlino, ti piacerebbe un giorno allenare la Virtus?
Io coach di Roma? Suona bene. La scorsa estate ho tirato tre monete nella fontana di Trevi e infatti sono ancora qui. Oggi vorrei fare la stessa cosa e chi lo sa, forse un giorno... Ma adesso mi auguro solo che Luca Dalmonte possa fare il miglior lavoro possibile con la mia squadra preferita. 

lunedì 28 ottobre 2013

Ricominciamo da tre (senza di te)

Ricominciamo da tre. Due vinte e una persa, se domani Siena vince in casa con Bologna nessuno avrà fatto meglio. Brindisi ha perso solo con noi. A Porto San Giorgio dovevano vincere tutti e invece ci ha perso Reggio Emilia, che aveva battuto Siena. 

Ricominciamo da tre arbitri che non si sa se sono peggio loro o le regole che sono costretti ad applicare. 

Ricominciamo da tre. Ecco, le prossime tre, con Cantù, Caserta e Bologna, saranno più difficili. Bisognerà aver aggiustato un po' di cose, soprattutto sotto canestro, sia in attacco sia in difesa. 

Ricominciamo da tre, perché dipendiamo troppo dal tiro da tre. Sarà così finché Eziukwu e Mbakwe non riusciranno a farsi coinvolgere. Taylor per un po' (poco) ci ha provato con Mbakwe, che però non è Lawal. 

Ricominciamo da tre dubbi. Perché Francesco Vitucci deve per forza farsi chiamare Frank? Perché Stefano Michelini non ne salta mai una? Perché Valerio Spinelli gioca ancora?

Ricominciamo da tre: erano le opzioni sull'ultima azione. 1) pick&roll con Ignerski. Non è riuscito e allora penetrazione, dove 2) se aiutano, scarico a uno dei tiratori sul perimetro e 3) se non aiutano, andare fino in fondo. Ma la 3) non è andata come doveva andare.

Ricominciamo da tre cose: 1) Baron, come già detto, sa tirare. 2) Bastava poco per battere una squadra che ha speso più del doppio di noi in sede di mercato. 3) Pare che anche quest'anno ai giocatori della Virtus non piaccia perdere. Pare.

Però la cosa più brutta è che ricominciamo senza di te, che tiravi solo da tre.

domenica 27 ottobre 2013

La frittata D'Ivano è fatta

Ingredienti, per 1 che mangia tanto o 2 che vogliono rimanere leggeri: 
  • 3 uova
  • 1 cipolla (se vi piace il gusto forte anche 2)
  • sale
  • pepe
  • parmigiano
  • aceto balsamico (facoltativo)

                                                                                         

Pelare e tagliare a pezzetti la cipolla 


Mettere i pezzetti di cipolla in una padella con un filo d'olio 


Aggiungere acqua e, se vi piace, aceto balsamico. A Ivano piace e ce l'ha messo


Chiudere con un coperchio e far appassire la cipolla a fuoco basso  (ca. un quarto d'ora) 



In un piatto, mescolare i pezzi di cipolla, le uova, sale, pepe e una spolverata di parmigiano 

Rimettere la padella di prima sul fuoco con poco olio e versare il composto ottenuto.
 Come girare una frittata non è roba per principianti, ma a richiesta Ivano v'insegnerà. Quando l'avrà imparato pure lui


Et voilà, la frittata di cipolle è pronta. La Peroni è in frigo...tutto pronto per il D'Ivano, dalle 20:30 (Rai Sport1)

sabato 26 ottobre 2013

La Curva D'Ivano (per chi non va ad Avellino)


Inghilterra-Italia: Fantozzi aveva un programma formidabile: calze, mutande, vestaglione di flanella, tavolinetto di fronte al televisore, frittatona di cipolle per la quale andava pazzo, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato, rutto libero!


Ivano non è Ugo e Avellino - Virtus Roma non è Inghilterra - Italia (sperando che, a un'azione d'attacco della Virtus, non ci sia bisogno di chiedere: "Chi ha fatto palo?"), ma gli elementi che servono ci sono tutti. 

Per chi fa parte della Curva D'Ivano, cioè per tutti quelli che non vanno in trasferta, il virtussino Ivano ha creato un menù ad hoc, che di volta in volta vi darà spunti e suggerimenti per mangiare in santa pace come lui sul D'Ivano, davanti alla partita.

Ivano posterà domani il primo menù Avellino-Virtus Roma. Mandategli foto e suggerimenti su quello che mangiate e bevete voi. Le foto migliori verranno pubblicate e le ricette più buone spiegate a mogli e fidanzate. 

Perché nella Curva D'Ivano le donne sono ammesse.

Ore 20.30, Raisport1.

lunedì 21 ottobre 2013

La squadra che c'è, che non c'è, quelle che c'erano e quella che ci sarà


Sul pullman direzione Bologna -
gentile concessione Simona Sardara
La squadra che c'è

Lorenzo D'Ercole: Quando arriva Brindisi, si diverte. L'anno scorso contro l'Enel ha segnato 4 tiri da tre. Stavolta ne ha fatti 3, ma non è solo questo il punto. Il punto, anzi, i punti, sono quelli degli avversari che calano quando lui sta in campo. Guardatelo, in difesa: basso sulle gambe, s'attacca all'avversario, legge sempre bene le linee di passaggio, non gli fa neanche le boccacce perché è un bravo ragazzo e non ha bisogno di trucchetti.

Ignerski? E' un gran tiratore e si sapeva. In carriera è quasi sempre andato oltre il 40%. E finisce con la i.

La squadra che ancora non c'è.

E' fin troppo ovvio che ci sono ancora un bel po' di cose che non vanno. In difesa, per dire, ci vorrebbero cinque D'Ercole in campo per 40 minuti, ma non è possibile. Come non è possibile che una squadra che ha svolto un precampionato senza il suo playmaker titolare, quasi sempre senza il suo allenatore e che ha scoperto pochi giorni prima del campionato di non poter usare la sua ala forte titolare per poi sostituirla con un giocatore completamente diverso (più adatto?), sia già brillante. C'è da aspettare un po' e, nel frattempo, fare più punti possibile.

Le squadre che c'erano

Vincere le prime due partite non è una cosa alla quale siamo proprio abituati. L'ultima volta è successo nel 2008-09 e in precedenza era successo solo altre 6 volte: 1982-83, 1984-85, 1987-88, 1990-91, 1995-96 e 1998-99. Insomma, non è garanzia che poi finisca bene, ma non è male.

La squadra che ci sarà

Tifosi alla partenza per Bologna -
gentile concessione
 Il grande Pier
Dieci anni fa, stagione 2003-04, capitava spesso di prendersi una trentina di tiri da tre in una partita. Era la Virtus di Piero Bucchi e molti di quei tiri da tre li prendeva Righetti, che ieri ne ha messo uno. Chissà se ci avrà pensato il coach, che ieri era sulla panchina di Brindisi. Quella Virtus faceva così perché aveva sì buoni tiratori, ma soprattutto perché come lunghi usava praticamente Tusek e Tonolli e non aveva gioco interno. Qui può darlo Mbakwe. Bisogna coinvolgerlo ma, soprattutto, bisogna che lui faccia in modo di farsi coinvolgere. La Virtus nella sua storia non ha mai tirato tanto da tre (25.6 volte a partita) come in quella stagione e finì settima.

A proposito di tirare. Jimmy Baron lo sa fare. Lo farà molto meglio, probabilmente quando starà meglio Taylor, che intanto ha confermato che è sempre uno che quando conta non ha paura.

sabato 19 ottobre 2013

La Virtus in campo neutro: Siena, Perugia, Montecatini (chi ne ricorda altre?) e domani Bologna

Virtus in campo neutro. Non succede spesso, ma ogni tanto succede. La memoria ci assiste per ricordare due precedenti. Stagione 1986-87, esordio di George Gervin contro la Tracer Milano di Bob McAdoo. Si perde, finisce con un lancio di monete in campo (erano gli anni Ottanta, c'era ricchezza, ci si poteva ancora permettere di lanciare le monete...) e sospensione della partita a pochi secondi dalla fine con omologazione del risultato (tanto s'era perso lo stesso). 

Campo squalificato per due giornate. La prima volta si va a Siena, contro la Fortitudo Bologna. E il Bancoroma perde 77-83, nonostante un fatto unico, e cioè che alla partita vanno tanti tifosi senesi perché quel giorno la Mens Sana, che era in A2, era impegnata in trasferta e tifano per il Banco. Ad essere precisi, applaudono Gervin nonostante sia ancora più pancia che punti, e Mike Bantom, che qualche anno prima giocava per loro. Va meglio la seconda partita, a Perugia, contro la Reyer Venezia. Il giorno prima sempre a Perugia, che fa una bella indigesione di basket, s'era giocata Sebastiani Rieti-Stefanel Trieste. Stavolta Gervin è sempre pancia, ma molti più punti, ne fa ben 46 e dall'altra parte Dalipagic ne fa 43. Il Banco vince 105-102.

La memoria poi ci riporta alla stagione 1991-92. Il campionato non è iniziato bene: 4 vittorie e 5 sconfitte. In Coppa Italia però Il Messaggero ha la possibilità di andare alle Final Four, avendo perso di 2 l'andata dei quarti di finale a Treviso. Il ritorno con la Benetton però va male, c'è una rissa e Mahorn si becca 2 giornate di squalifica, una moneta (c'era ancora ricchezza) centra Kukoc in un occhio e il campo viene squalificato per due turni. Bianchini se ne va, in panchina arriva Di Fonzo e dopo aver perso a Milano ci sono le due partite in casa da giocare a Montecatini. La società mette a disposizione un pullman per i tifosi. Una sconfitta, 68-72 contro la Knorr Bologna, e una vittoria, 106-99, contro la Fernet Branca Pavia (Fantozzi 29 punti, Oscar 35).

Il bilancio della memoria è in parità, ma se qualcuno se ne ricorda altre, il blog è a disposizione... Intanto domani sarà ancora una volta campo neutro, si va a Bologna.

giovedì 17 ottobre 2013

La presentazione che c'è stata... Le foto

Le immagini sono state scattate durante la presentazione del 4 ottobre scorso e ritraggono alcuni (bei) momenti della serata...(continua)

Beati tra le donne

Il libro che c'era

Incontro al vertice

Una firmetta grazie

Vi porto i saluti di...

Sbrigati a parlare, che devo partire per Chicago!

Io riprendo...

...io scatto

Stop! Ora parlo io

Prospettiva Ignerski

Al prossimo libro, ve faccio vede' io...

La soluzione è pubblicata a pagina 46

mercoledì 16 ottobre 2013

I 60 anni di Falcao. Che diceva: "Il paragone con Larry Wright mi lusinga"

Non solo oggi la Virtus torna a giocare in Europa. Oggi è anche il sessantesimo compleanno di Paulo Roberto Falcao. Che c'entra, direte voi? Bè, qualcosa c'entra, perché Paulo Roberto Falcao fu intervistato per lo Year Book sul basket romano uscito all'inizio della stagione 1984-85. E parlò del Bancoroma che aveva vinto la Coppa Campioni (visto che qualcosa c'entra?). E nonostante si realizzassero interviste così su una pubblicazione dedicata al basket, nessun tifoso laziale aveva remore a tifare per il Bancoroma... 

Uno stralcio dell'intervista realizzata da Ester Palma, che oggi lavora al Corriere della Sera e che lo scorso anno ci ha fatto l'onore di venire alla presentazione di "Banco! L'urlo del Palaeur" al Caffè Letterario:

"Roma è molto cresciuta, per quanto riguarda lo sport, in questi ultimi anni. E questa evoluzione è sottolineata anche dai risultati prestigiosti raggiunti dal Bancoroma"

"A me piace lo sport, qualunque esso sia, purché giocato bene. Ricordo che in Brasile seguivo molto basket e pallavolo. Conoscevo bene Oscar, Marcel, Marquinho, Ubriatan, grandi giocatori che sono venuti anche qui in Italia. I miei impegni calcistici purtroppo non mi permettono di seguire il basket da vicino come vorrei. Ho seguito spesso in televisione le partite di Coppa Campioni del Bancoroma, specialmente l'appassionante finale di Ginevra. Mi piaceva soprattutto Larry Wright. So che molti lo hanno paragonato a me. E' un grande campione, il riferimento non può che lusingarmi. E' un giocatore molto veloce e intelligente, un uomo-guida, un vero leader per la sua squadra".

"Non sapevo che Townsend avesse giocato nel Sirio, ma è chiaro che lo incontereri volentieri. Avremmo parecchie cose da raccontarci".

"Sono molto contento che il Banco abbia vinto la sua coppa, anche se purtroppo noi non siamo riusciti a regalare ai nostri tifosi e a noi stessi la stessa grande gioia (...) Comunque abbiamo vinto la Coppa Italia e ci siamo confermati almeno come la seconda squadra in Italia e in Europa. Questo è importante ed è una cosa che raccomando anche al Bancoroma: forse non sempre si può vincere, ma bisogna avere la consapevolezza di essere tra i migliori. A volte, dopo aver vinto, c'è la paura di continuare a vincere. Si è veri campioni se si vive la vittoria con gioia e non con timore".





Si torna in Europa, 31 anni dopo. Ecco la prima di 240...

Stasera la Virtus torna a giocare in Europa dopo due anni di assenza. Quella di oggi sarà la partita numero 240 della sua storia nelle coppe europee. Le vittorie, finora, sono 139 e i trofei in bacheca sono tre: la Coppa Campioni del 1984 e le Korac del 1986 e del 1992. Insomma, in Europa è andata meglio che in Italia. Questa, il 6 ottobre 1982, fu la prima delle 239 finora disputate, esordio in Coppa Korac.


Fleurus-Bancoroma 66-101
Fleurus: Montalto 2, Dantinne 6, Defort 6, Yanga 4, Smitt 7, Vanderbreedstaeten, Robert 2, Maricon 10, Suttle 26, Schotmanns 3
Bancoroma: Wright 24, Prosperi ne, Valente 2, Hughes 10, Gilardi 23, Polesello 14, Sbarra 4, Solfrini 14, Delle Vedove ne, Castellano 10.
Arbitri: Geller (Ger), Shroeder (Lux). Commissario Fiba Brands (Bel).
Note: Liberi: Fleurus 12 su 19, Banco 7 su 10. Cinque falli al 19'38” Gilardi. Spettatori 1000. Delle Vedove riposo cautelativo per lieve risentimento a una caviglia.

Tiro: Banco 47 su 82 (Wright 12 su 22, Valente 1 su 3, Hughes 4 su 8), Gilardi 11 su 18, Polesello 6 su 14, Sbarra 2 su 5, Solfrini 7 su 10, Castellano 4 su 7) rimbalzi offensivi 16, difensivi 29. Fleurus 27 su 61 (rimbalzi offensivi 8, difensivi 19)

Se ne parla in "Banco! L'urlo del Palaeur", il libro sull'epopea del Bancoroma che trovate qui.

lunedì 14 ottobre 2013

Buona la...

Buona la prima l'hanno detto tutti. Andiamo oltre.

Rimette tizio, rimette caio
Ed è palla persa, “aio!”
ha sbagliato Mayo
se non tirava era mejo.

Buona la rima.

Spunta la Virtus Dalmonte. E dal Monte...granaro. Buona la cima.

 Ogni tanto sono mancati i lunghi, a un certo punto loro      spuntavano come funghi, ma l'abbiamo ripresa con le unghie. Buona la lima.

Quando Taylor starà meglio, Baron tirerà meglio (anche se in precampionato ha tirato bene pure senza Taylor). Ignerski crescerà e forse si meriterà anche il nome scritto bene sulla maglietta. Righetti sarà spesso Rigetti a causa del correttore ortografico di Word. E meno male che non c'è più Scavolini che diventa Scovolini. Soffriremo un po', ma miglioreremo. Buona la stima.

Alla fine, era importante solo vincere, viste le condizioni. E alla fine, cioè quando contava, siamo riusciti a difendere come si deve. Buona l'adrenalina.

Come racconta “La squadra che non c'era”, alla fine la birra se la porta a casa Goss. Buona la spina.

Ci vediamo mercoledì per l'Eurocup. Nome completo dell'avversario: Basket Club Maritime Gravelines Dunkerque Grand Littoral. Adesso potete anche respirare.

venerdì 11 ottobre 2013

30 anni prima: problemi con gli stranieri (Bobby Jones e Larry Wright nello stesso pezzo? Sì)



Che fare con gli stranieri? 30 anni prima di Bobby Jones, quando nessuno ancora sapeva che esistesse una città di nome Cotonou, la Virtus ha problemi simili. Era il Bancoroma campione d’Italia, che già prima dell’inizio del campionato ha tagliato Jim Chones per richiamare Clarence Kea. Dopo aver vinto, senza brillare particolarmente, la prima partita in casa contro Trieste, va a giocare a Varese e perde dopo un supplementare per colpa di un canestro decisivo di Terry White, che a pronunciarlo sembra quasi Larry Wright. E il problema, più della sconfitta, è proprio Wright. Nel supplementare scivola su una macchia di sudore, si fa male allo stesso ginocchio infortunato un mese prima in un torneo al Circo Massimo, continua a giocare, poi rimedia una spinta ed esce definitivamente dal campo (vedi foto). Degno finale di una partita in cui il Banco ne esce con le ossa rotte: tre denti rotti per Tombolato, contusione all’anca per Solfrini, Gilardi costretto a letto per un colpo alla schiena.

Qualche giorno dopo, la notizia peggiore: per Wright è menisco, dovrà star (Varese) fuori parecchio. Che fare? Avendo già fatto un taglio tecnico (Chones-Kea), il Banco ne ha a disposizione solo un altro. Se taglia Wright, però, in Coppa Campioni dovrebbe giocare solo con Kea. Secondo i regolamenti dell’epoca, la sostituzione per motivi fisici è possibile solo per un’assenza superiore ai 60 giorni e la prognosi va comunque verificata da una commissione federale. Ciò non è possibile, perché Wright va a operarsi in America. Finirà che ad essere tagliato sarà Kea (sostituito da Lockhart), che andrà in difficoltà proprio per l’assenza di Wright, rimanendo solo per la Coppa. Un po’ come Bobby Jones, che non è stato tagliato ma per ora può giocare solo in Coppa.

Sabato 8/10/1983
Star Varese-Bancoroma 79-77 (42-30, 71-71)
Star: Pol n.e., Boselli 2 (1/1), Anchisi (0/4), Mottini 23 (10/13), Caneva n.e., Della Fiori 12 (5/5), Vescovi (0/1), White 14 (4/10), Hordges 9 (3/10), Mentasti 19 (9/17). All. Sales
Bancoroma: Wright 22 (10/20), Sbarra (0/2), Salvaggi n.e., Tombolato 12 (3/7), Gilardi 12 (5/10), Polesello 2 (0/4), Solfrini 10 (5/9), Bertolotti 4 (2/5), Grimaldi n.e., Kea 15 (5/13)
Arbitri: Vitolo e Duranti

Note: Tiri: Star 32/61, Bancoroma 30/70. Tiri liberi : Star 15/20, Bancoroma 17/22. Rimbalzi : Star 36 (White 15), 12 offensivi; Bancoroma 29 (Kea 13), 14 offensivi. Palle perse: Star 24, 18 recuperi (White 6); Bancoroma 21, 16 recuperi (Wright 7)

Il resto della storia, in "Banco! L'urlo del Palaeur"...

martedì 8 ottobre 2013

Alex Righetti

Bentornato ad Alex Righetti.

Minuto 2'03", ditemi voi come fa a non essere fallo...






lunedì 7 ottobre 2013

Di Eurocup, Repubblica Dominicana, libri, passaporti e mitomania

Vorrei continuare a ringraziare tutti, ma è meglio che mi fermo. E’ necessario però ricordare che stiamo ristampando (per la seconda volta) “La squadra che non c’era”, visto che tutte le copie rimanenti sono andate esaurite il giorno della presentazione e non sono bastate per tutti.  Intanto, potete prenotarle alla solita mail bancoroma83@gmail.com oppure presso la libreria “Pagine di Sport”. E c’è sempre l’edicola di Piazza Monte Baldo, a Montesacro.

***
Marco Calvani parte per Chicago, mentre a Detroit Gigi Datome s’è dovuto fermare per un piccolo infortunio dal quale s’è già ripreso. Staranno a poco più di 400 chilometri di distanza. E’ bello immaginarli una sera a cena insieme, a metà strada così fanno 200 chilometri per uno. “Ma quando te la tagli la barba?” “E tu, i baffi?” “Alla prossima finale scudetto della Virtus” “Sì, così Luca fa un altro libro”. “Ormai sarà diventato talmente mitomane che starà lì a immaginare che parliamo di lui…”

***
Non è l’Eurolega, ma c’è comunque un certo fascino nell’Eurocup. Rivedere Sasa Obradovic, che allena l’Alba Berlino, non potrà non far tornare alla mente i primi turni di Korac quando Obradovic giocava con la Virtus. L’allenatore ciccione dello Zalaegerszeg (solo oggi, a 15 anni di distanza, ho imparato come si scrive) che urla per almeno 5 minuti in faccia a un suo giocatore di non più di 16 anni senza guardare la partita, 3 tifosi del Maccabi Rishon e 2 poliziotti per far andare nel panico centinaia di persone, Tonolli che marca Griffith (e che c’è ancora), mai più di 500 persone per le prime partite. Ah, però giocatele seriamente, visto che le avete inserite nel prezzo (aumentato) dell’abbonamento e non come se fossero partite di allenamento.

***
Secondo Wikipedia, Bobby Jones è “un cestista statunitense con cittadinanza dominicana”. Il passaporto, però , non arriva. Nella Repubblica Dominicana c’è anche una città che si chiama “La Romana”. Forse bisogna andare a cercarlo lì (vedi foto). Fate presto, però, che dominica prossima si comincia.


sabato 5 ottobre 2013

Grazie

“La squadra che non c’era è la mia macchina del tempo. La uso ogni volta che voglio rivivere la splendida scorsa stagione. E se il capitolo su di me è ciò che ho lasciato ai tifosi della Virtus, posso dire di essere soddisfatto dei miei 5 anni trascorsi a Roma” (Gigi Datome)

Non so se il capitolo è riuscito a rappresentare pienamente ciò che ha lasciato Gigi Datome in tutto l’ambiente Virtus, ma il tentativo era proprio questo. Di sicuro ha lasciato un ambiente dove per le partite la gente resta fuori dal palazzetto e per le presentazioni dei libri la gente resta fuori dalle librerie. E alla presentazione della squadra che non c’era, l’applauso parte anche per l’ospite che non c’è, quando proprio Gigi manda via twitter il suo saluto a tutti i presenti. Resta il numero uno, ma qui non ci sono numeri due.

L’altro numero uno è coach Marco Calvani. Risponde con orgoglio quando racconta della passata stagione ma poi ribadisce che “i giocatori vincono, l’allenatore perde”, risponde con eleganza a chi parla di “offerta rifiutata”, risponde col sorriso a tutti. E’ riuscito a venire nonostante stia praticamente con le valigie in mano per Chicago e alle prese con l’infinita burocrazia che richiedono gli Stati Uniti a chiunque voglia andare lì per lavoro. Qui è appena il caso di dire una cosa che avrei voluto dire durante la presentazione. Un giorno un suo collega di cui non si fa il nome, appena esonerato dalla Virtus, rispose con rabbia a un giornalista che lo chiamava per chiedergli una dichiarazione e con cui era sempre stato cortese (e che non è il sottoscritto). “Basta! Con voi romani non parlo! Per voi esiste solo Bianchini!”. Non è vero, ma anche se lo fosse, ci sarà pure un motivo. E se anche fosse vero, ormai per noi c’è anche Marco Calvani. Ne riparleremo tra qualche anno…


Per riparlare di un altro libro sulla Virtus, ora bisogna aspettare il mitico “Pillu”, Cristiano Baccini, che ha annunciato il suo “Gate D”. Grazie a lui per le cose che ha detto ieri e perché legherà la sua opera al nome di Davide Ancilotto. Per parlare di libri già scritti, invece, l’appuntamento è al 18 novembre presso Unicredit, che celebrerà i campioni del Bancoroma. Grazie a Mauro Rufini, che ha scelto la presentazione di ieri per annunciare l’evento. Per ringraziare tutti coloro che ieri sono venuti, non basta un blog. Come non bastava un palazzetto per le partite e non basta una libreria per le presentazioni. Grazie.

giovedì 3 ottobre 2013

Occhio all'hashtag #lasquadrachenoncera, domani potrebbe essere utile...



Non ve lo siete dimenticato, vero? No che non ve lo siete dimenticato. Domani alle 18, presso la liberia "Pagine di Sport" (Via dei Tadolini 7/9, adiacente Piazza Mancini), si presenta "La squadra che non c'era", il libro sulla Virtus Roma 2012-13. 

E potrebbe esserci un ospite molto, molto gradito... 

Avvertenza: ricordatevi di caricare il vostro smartphone e/o tablet, insomma, qualsiasi piattaforma vi possa consentire di accedere a twitter. E salvatevi l'hashtag #lasquadrachenoncera. Potrebbe esservi molto utile durante la presentazione, soprattutto se dimostrerete o di avere letto il libro o di avere una grande cultura virtussina...