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mercoledì 23 aprile 2014

"Banco! L'urlo del Palaeur" e "La squadra che non c'era" senza spese di spedizione

Giornata mondiale del Libro.

E quindi oggi, ma solo per oggi, è possibile acquistare su ilmiolibro.it sia "La squadra che non c'era" sia "Banco! L'urlo del Palaeur", senza pagare le spese di spedizione.

Non capisco cosa state aspettando...

sabato 19 aprile 2014

Curva D'Ivano a Sassari: malloreddus con bottarga, vongole e pomodorini

Non vi aspettate cose pasquali, da Ivano. Niente abbacchio, pastiera, colomba, uova, eccetera. Ivano è completamente concentrato sulla partita di oggi a Sassari, ore 18.15, diretta Raisport. E allora se ne va in Sardegna e per la Curva D'Ivano prepara i Malloreddus con bottarga, vongole e pomodorini.

Ingredienti: 
250 gr. di malloreddus
pomodorini q.b.
vino bianco, un bicchiere
bottarga di tonno (quantità a piacere, senza esagerare perché ha un gusto forte)
500 gr. di vongole
olio, peperoncino e pepe se piace
prezzemolo e finocchietto selvatico se piacciono


Soffriggere uno spicchio d'aglio e due peperoncini in poco olio evo


Aggiungere le vongole  e il preze lasciar andare, 
con l'aggiunta di vino e prezzemolo, 
fino a che non sono tutte aperte e il vino è sfumato


Intanto, Ivano s'è preparato 
(e ha assaggiato) la bottarga di tonno


Sgusciare le vongole, lasciandone alcune 
con il guscio per la decorazione 


Nella stessa padella in cui avete cotto le vongole, 
aggiungere i pomodorini tagliati a pezzetti e la bottarga di tonno


Poi di nuovo le vongole...


...e, infine, i malloreddus che avrete lessato 
precedentemente  in acqua bollente




Se nell'orto avete il finocchietto selvatico, 
Ivano assicura che ci sta bene.

martedì 8 aprile 2014

30 anni prima: 8 aprile 1984, l'applauso nella sconfitta, davanti alla Coppa


Questa non è la cronaca di un trionfo, ma di un pomeriggio in cui anche la sconfitta fu piacevole. Sconfitta pesante, perché il Bancoroma campione d'Europa dopo aver perso a Torino, cede in casa anche con la Simac Milano, nella riedizione della finale scudetto. E praticamente perde la possibilità di partecipare ai playoff. Oltre 15mila spettatori al Palaeur, la Coppa dei Campioni che fa bella mostra di sé in parterre. Il Banco se la gioca, chiude il primo tempo avanti di uno, finisce sotto di 11 (50-61), rientra trascinato da un Wright in versione Ginevra fino al 73-73 con meno di 5' da giocare, ma poi il quinto fallo di Polesello gli dà la mazzata finale. Ultimo sussulto sul 79-83 a 2' dalla fine, ma non c'è niente da fare. Tanti errori della coppia arbitrale Marchis-Garibotti, che pochi giorni dopo verrà indagata per uno scandalo arbitrale simile alla più moderna Baskettopoli, che peraltro vede protagonista, in altra veste, lo stesso Garibotti.

Ma non è questo il punto. Il punto è che a partita persa tutto il Palaeur si alza in piedi per applaudire i campioni d'Europa, nonostante la sconfitta. Un applauso lungo e sentito che non lascia indifferente coach Bianchini: «La cosa più bella non è la coppa – dirà – ma la crescita d'amore verso questa squadra. Alla fine di una battaglia persa, il pubblico ci ha lungamente applaudito. Questo vale più di scudetti e trofei. Il pubblico è in presa diretta con la squadra. Lo sport è manifestazione di gioia e amore. Questo pubblico, che dimostra di amarci anche nella sconfitta, lo abbiamo fatto noi».

Per questo la storia di quella squadra non è una storia di coppe e scudetti. Ma è la storia dell'urlo del Palaeur. Che poi, in fin dei conti, se volete saperla tutta, dovete andare qui.

Domenica 8/4/1984
Bancoroma-Simac Milano 87-91 (43-42)
Bancoroma: Wright 28 (12/21), Sbarra 10 (3/5), Tombolato 2 (1/1), Gilardi 5 (2/5), Polesello 13 (4/7), Scarnati n.e., Solfrini 8 (4/4), Bertolotti n.e., Grimaldi n.e., Lockhart 21 (8/13). All. Bianchini
Simac: Boselli (0/1), Lamperti 4 (2/5), Premier 35 (13/35), D’Antoni 19 (7/13), Meneghin 15 (4/9), Gallinari (0/1), De Piccoli n.e., Carr 7 (3/9), Bariviera 11 (4/6), Blasi n.e. All. Peterson
Arbitri: Marchis e Garibotti
Spettatori: 15200 (11800 paganti) Incasso: 105 milioni

Tiro: Bancoroma 34/56, Simac 33/79. Tiri liberi : Bancoroma 19/26, Simac 25/34. Rimbalzi : Bancoroma 24 (Lockhart 8), 11 offensivi ; Simac 22 (Meneghin 7), 15 offensivi. Palle perse : Bancoroma 19 (Wright 5), 3 recuperi ; Simac 12 (Carr 5), 12 recuperi.


venerdì 4 aprile 2014

Larry Wright: "Bancoroma, una grande squadra" - seconda parte

Da "Il Romanista" del 2 aprile 2014, intervista di Luca Pelosi

(leggi la prima parte

E che squadra...
Clarence Kea fu bravissimo a lottare contro due lunghi, Starks e Davis, molto bravi e più alti di lui. Nonostante ciò prese molti rimbalzi. Ma tutti giocarono molto bene. Anche Polesello sotto canestro, Sbarra che era molto giovane e giocava poco, entrò e fece un grande lavoro. Gianni Bertolotti, un veterano che aveva giocato molte partite importanti nella sua carriera, fece un canestro fondamentale. E poi Solfrini, Tombolato, Gilardi che fece uscire per falli la loro stella San Epifanio. E’ stata una vittoria bellissima perché è stata una vittoria di tutti. Anche della società e di coach Bianchini, uno dei più bravi allenatori europei.

Qual era il vostro segreto?
Semplicemente, avevamo grandi giocatori, un grande allenatore, tifosi fantastici e anche un presidente eccezionale come Eliseo Timò. Era bello far parte del Banco di Roma anche perché c’erano tanti ragazzi romani in squadra e tanti tifosi a spingerci. Avevamo la sensazione di giocare per una città intera.

Una città che non vi ha dimenticato.
Ho sempre detto che Roma è la mia casa lontano dalla mia casa. Mi ha dato la possibilità di dimostrare che potevo giocare ancora ad alto livello. Ogni volta che ho avuto occasione di tornarci, la gente mi ha sempre dimostrato grande affetto e ogni tanto mi sembra incredibile che ancora si ricordino di me. E’ bello che il duro lavoro che ha fatto la nostra squadra sia ancora ricordato. 

Le piacerebbe tornare ancora una volta?
Ho già avuto modo di dire l’anno scorso, quando a Washington è stata organizzata una festa per ricordare il titolo vinto nel 1978 dai Bullets, che mi piacerebbe molto una cosa simile anche a Roma. Sarei molto contento di tornare e rivedere i tifosi e i miei vecchi compagni di squadra. Una grande squadra.

giovedì 3 aprile 2014

Larry Wright: "Bancoroma, una grande squadra" - prima parte

Da "Il Romanista" del 2 aprile 2014, intervista di Luca Pelosi


E’ passato qualche giorno dal trentennale, ma se in 30 anni il ricordo è ancora vivo, non è certo qualche giorno che può farlo appassire. Figuriamoci nel grande eroe della finale di Coppa dei Campioni vinta a Ginevra dal Bancoroma sul Barcellona. Larry Wright è uno che non dimentica il passato, lo dimostra il percorso della sua vita. Non completò l’università perché invocando lo stato di indigenza, divenne professionista prima di laurearsi. Ma poi, dopo aver smesso di giocare, s’è laureato (Amministrazione dello sport). Per tanti anni ha allenato la squadra del suo college, oggi è il vice preside alla Rayville High School (lì è nato Elvis Hayes, suo compagno di squadra nei Washington Bullets campioni Nba nel 1978). Perché non dimentica il passato: «Tanta gente mi ha aiutato quando ero giovane. Ora voglio fare qualcosa per aiutare i bambini e ripagare le persone che mi hanno aiutato». Il suo passato è anche Roma. In particolare, in questi giorni, la Coppa dei Campioni.

Che cosa ricorda di quella partita?
Se ripenso a quella partita, la prima cosa che mi viene in mente è una squadra, il Banco di Roma, che non voleva arrendersi. E infatti ha vinto, anche se forse a un certo punto nessuno, all'infuori di noi, immaginava che potessimo rientrare in campo e vincere.

Che cosa accadde nell’intervallo?
Come leader della squadra, ricordo di aver detto ai miei compagni di squadra che ormai la prima metà era andata, dovevamo concentrarci per giocare in maniera perfetta il secondo tempo se volevamo diventare campioni d’Europa. Sapevo che potevamo farcela perché conoscevo il mio e il loro valore. Infatti nel secondo tempo ognuno di noi ha dato il suo contributo, perché nessuno ha voluto rinunciare. Ripeto, l’immagine che ho in testa è proprio questa: una squadra che non s’è voluta arrendere.

Dove avete trovato la forza per crederci?
La mia esperienza al college e in NBA mi aveva insegnato che una partita non è mai finita finché non è finita. E’ un insegnamento che provo a trasmettere anche agli studenti della nostra scuola. Nel basket bisogna correre e a Ginevra nel primo tempo non l’avevamo mai fatto. Sapevo che se nel secondo tempo fossimo riusciti a giocare il nostro contropiede, situazione dove io mi esprimevo al meglio, avremmo potuto ribaltare la partita. 

E così lei divenne il primo giocatore a vincere Nba, un campionato europeo e la Coppa dei Campioni.
Ne sono orgoglioso. Ma non è stata una vittoria mia, è stata una vittoria di tutta la squadra. Senza i miei compagni non ce l’avrei mai fatta.

(continua...)