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venerdì 11 luglio 2014

Isio Saba

La notizia è di poco più di un anno fa, ma l'abbiamo saputa da poco. Ci ha lasciati un altro protagonista delle vicende del Bancoroma. Isio Saba ha così raggiunto suo fratello Rino. Di lui torneremo a parlare in occasione del trentennale della Coppa Intercontinentale. Lo ricordiamo con la descrizione che fece di lui Dido Guerreri nel suo “Taccuino”, su Superbasket, nel 1988.



Nome, Isio Saba. Età, quarantasei. Luogo di nascita, Ozieri, Sardegna. Stato civile, celibe. Pensionato dei telefoni di Stato, dove ha lavorato come operatore sulle linee internazionali (guadagnandosi un cavalierato). Esperto di musica jazz, è un noto organizzatore di concerti: data la sua conoscenza delle lingue, da qualche anno svolge presso il Banco di Roma varie funzioni quali interprete, accompagnatore degli arbitri internazionali, professore, amico e vittima dei giocatori americani e così via. La barba brizzolata e il colorito olivastro della pelle gli danno un vago aspetto mediorientale. Ha di conseguenza interpretato il ruolo di fariseo nel film “Gesù” di Zeffirelli.

Dal mondo del jazz (dove vanta come grandi amici personali gente del calibro di Dizzie Gillespie e Miles Davis) ha preso abitudini da bohemienne. Vive in un piccolo appartamento del centro di Roma, va a letto a ore impossibili (magari dopo qualche bisboccia) e non ha un'idea ben precisa del tempo, un po' come gli Yakima e i Quilayute, pellirossa del Nord-ovest americano.

Siccome dorme poco, si addormenta spesso durante il giorno. Si risveglia a una domanda improvvisa che gli si pone e risponde una cosa qualsiasi che quasi sempre non c'entra, proprio come il ghiro di “Alice nel paese delle meraviglie”. Il lungo lavoro da telefonista l'ha reso un po' sordo, così ogni tanto gli capita un episodio curioso. Una volta guidava la sua Ritmo centenaria lungo la Salaria ed era disturbato dal suono di un clacson che sembrava voler chiedere strada. Più volte fece cenno col braccio di voler sorpassare. Poiché il suono non cessava, si voltò annoiato e si rese conto che il “toot-toot” proveniva dal treno che fiancheggiava la strada.


A Isio non chiedete la puntualità. Ma chiedete qualsiasi cosa. La casa, il portafoglio, ripeto, qualsiasi cosa, e lui ve la darà senza neanche chiedere perché, col suo inafferrabile sorriso buono. Essere amico di Isio è un grande privilegio, un'altra possibilità che mi è stata offerta dal basket, nel corso del mio viaggio esistenziale di eternauta teso all'esplorazione del pianeta uomo.