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lunedì 19 gennaio 2015

Cedevita Zagabria. Di risse, Cibona, Bancoroma, Repesa e Drazen Petrovic... (lunghetto, ma completo)

Mercoledì in Eurocup la Virtus sfida il Cedevita Zagabria, che in panchina ha Jasmin Repesa, ex allenatore della Virtus e anche della storica squadra di Zagabria, il Cibona. Tutto ciò avviene trent'anni dopo l'incrocio in Coppa dei Campioni col Cibona Zagabria.

Né il Bancoroma né il Cibona sapevano, il 16 gennaio 1985, che la partita del Palaeur sarebbe stato un passaggio di consegne tra la detentrice della Coppa e la futura vincitrice. Anche perché quel giorno vinse il Banco, nonostante fosse già chiaro che aveva di fronte uno squadrone. Il Cibona infatti poteva schierare 4/5 del quintetto base della nazionale jugoslava che era stata bronzo olimpico a Los Angeles. C'erano Nakic, Knego, Vukicevic e naturalmente i fratelli Petrovic. Mirko Novosel (Ct di quella Jugoslavia) neanche si degnava di allenarla per il campionato, quando lasciava spazio al suo vice allenatore Pavlicevic. Lui scendeva in panchina solo per la Coppa dei Campioni.

Drazen Petrovic era già Mozart. Pochi giorni prima, in un'esibizione, aveva fatto 60/62 al tiro da tre. Da una sua provocazione a Gilardi era nata la rissa tra Italia e Jugoslavia agli Europei del 1983. E fu rissa anche al Palaeur, al termine di una partita che il Banco aveva quasi sempre condotto, grazie al grande contributo sotto canestro di Flowers e Tombolato (Polesello giocò poco a causa della febbre), ma che non aveva saputo chiudere anche perché ogni volta c'era proprio Petrovic a riavvicinare il Cibona.



Clamoroso il finale: gli slavi sorpassano, vanno anche a +5 (76-81). Il Banco torna sotto grazie a Townsend, che lo riporta a -1 (86-87). E' proprio lui, a 11 secondi dal termine, a segnare da tre punti il canestro del sorpasso: 89-87. Ma 11 secondi sono tanti, soprattutto per chi fa Petrovic di cognome. E' Aza, non Drazen, a tentare il tiro da tre che darebbe la vittoria al Cibona. Townsend lo stoppa. Più probabilmente, lo ammettiamo, gli arpiona il braccio. L'arbitro, il polacco Paszucha, che due anni prima era stato il principale responsabile dell'eliminazione del Banco dalla Korac ad opera del Limoges, non fischia. Il pallone finisce tra le mani di Tombolato, che non lo molla più.

A quel punto Petrovic (Drazen) aggredisce un arbitro, lo stesso Novosel perde la calma e strappa lo stemma della Fiba dalla maglia di un altro arbitro, i giocatori in panchina prendono a calci i tabelloni pubblicitari e li fanno volare in campo, i giocatori del Banco non stanno certo a guardare... Anche perché, dopo la gara di Tel Aviv col Maccabi, sono ormai abituati alle risse...

Mercoledì 16/1/1985
Bancoroma-Cibona Zagabria 89-87 (46-41)
Bancoroma: Sbarra 2 (1/2), Iardella 2 (1/4), Townsend 18 (3/8, 4/5), Flowers 25 (11/16), Tombolato 19 (7/9), Gilardi 7 (1/3, 1/4), Polesello 3 (1/4), Scarnati n.e., Solfrini 13 (5/10), Valente n.e. All. Bianchini
Cibona: M.Nakic 2 (0/3), A.Petrovic 17 (1/2, 5/7), Bebic n.e., Cutura 26 (10/19), D.Petrovic 28 (8/14), Knego 6 (3/9), Vukicevic 6 (3/3), Usic 2 (1/3), I. Nakic n.e., Arapovic n.e. All. Novosel
Arbitri: Paszucha (Pol) e Mottart (Bel). Commissario Fiba: Avramidis (Gre)
Spettatori: 4300 Incasso: 21 milioni
Tiro: Bancoroma 38/65, CIbona 31/59. Tiri liberi: Bancoroma 14/16, Cibona 21/21. Tiri da tre: Bancoroma 5/9, Cibona 5/7. Rimbalzi: Bancoroma 25, Cibona 25

Tecnicamente parlando, quello è stato il punto più alto della storia della Virtus. Che dopo quella vittoria era contemporaneamente prima in Europa e prima in Italia. Le cose poi non andarono come si pensava a causa delle sconfitte interne con Maccabi e Real Madrid. E al ritorno il Cibona vinse così:



Il Cibona poi vinse addirittura la Coppa. E a fine giugno fu invitato alla Coppa Intercontinentale, dove c'era anche il Bancoroma, che aveva già De Sisti in panchina al posto di Bianchini e non riuscì a difendere il titolo conquistato nel settembre del 1984 in Brasile. Ma vinse 101-98 contro il Cibona campione d'Europa.

La resa dei conti finale però ci fu un po' di tempo dopo. Nell'agosto del 1986 a Palencia, cittadina della Castiglia circa duecento chilometri a nord-ovest di Madrid, nella finale di un torneo estivo. La cronaca: 37 secondi dopo l'inizio, Usic piazza una gomitata in faccia a Scott May, che la restituisce. Un minuto dopo lo stesso Usic replica sul sopracciglio di Polesello, che sfodera con un gancio destro ben assestato. Espulso, Fulvio esce tra gli applausi del pubblico, che non aveva gradito le scorrettezze del Cibona nelle partite precedenti del torneo. Drazen Petrovic segna da tutte le parti, ma il Bancoroma resta a contatto. Aza Petrovic, invece, provoca Gilardi, che replica “alla Polesello”. Non contento, il fratello di Drazen si rivolge da par suo alla panchina del Banco, da cui saltano fuori tutti. Ed è, appunto, tutti contro tutti. Bilancio: espulsi Aza Petrovic e Usic da una parte, Gilardi e May dall'altra (più Polesello). S'infortuna Bechini, che però prima, nella rissa, ha tenuto fede al suo soprannome di “Rambo”. Guerrieri e Novosel s'insultano a distanza fino alla fine, perché al banchetto finale gli organizzatori del torneo hanno cura di piazzare Banco e Cibona alle estremità opposte della sala...


Insomma, il Cibona avrà pure vinto la Coppa dei Campioni nel 1985 e nel 1986. Ma il Bancoroma s'è difeso bene sia a basket, vincendo due volte, sia nelle risse, dove come minimo ha pareggiato.


Poi, il Cibona l'abbiamo battuto nel 2007, con Repesa che ci allenava, anche se quella partita va ricordata per ciò che, in contemporanea, accadeva a Belgrado...


Se poi, in fin dei conti, volete sapere tutto non solo sulle risse col Cibona, ma sull'epopea del Bancoroma basket, non vi resta che leggere Banco! L'urlo del Palaeur

giovedì 8 gennaio 2015

30 anni prima: 10/01/1985, Coppa Campioni: Granarolo-Bancoroma 72-73

10 gennaio 1985: il Bancoroma gioca a Bologna in Coppa Campioni. E in casa della Granarolo campione d’Italia coglie una grande vittoria, che sembra spianargli la strada verso un’altra finale. Questo è il pezzo di Mario Arceri sul Corriere dello Sport:

Il Banco lascia il segno anche nel piccolo Madison bolognese. L'ex salotto del basket si scalda lanciando ingiurie a Bianchini, sostiene con un tifo rovente i suoi giocatori, si gela assistendo al lento e inesorabile rientro dei campioni d'europa, riprende vigore sulla rimonta disperata che Brunamonti propizia nei minuti conclusivi, poi abbandona il palazzo in silenzio. E’ una delusione in più che questa Virtus capricciosa infligge alla città italiana più innamorata el basket. Bologna conferma di avere scarsa simpatia per basket di coppa. Subisce ancora una volta una sconfitta di un punto, nella partita più importante. Il Banco ha confermato di aver raggiunto una grande maturità, ha capacità di soffrire e stringere i denti e non darsi mai per vinto.
Sulla vittoria c’è la firma di Gilardi e Polesello,puntuale al tiro uno, indomito lottatore ai rimbalzi l’altro oltre che autore di una grandissima difesa su Villalta, fino a spegnerlo. L’azzurro è stato obbligato a un 4/15 al tiro umiliante per uno come lui. Gilardi è stato grande nel secondo tempo dopo aver sbagliato cose fin troppo facili nel primo, anche in contropiede. Ha dovuto forzare alcuni tiri vista la latitanza di Townsend, con Flowers soffocato dal muro bianconero.
Nei primi minuti una buona alternativa era stato Solfrini, finché ha indovinatola via del canestro il Banco ha condotto agevolmente, dimostrando una marcia in più. Ma Sofrini ha anche avuto pause pericolose, sbagliando troppi palloni per cercare preziosismi inutili. Marco tuttavia non ha fatto mancare il suo prezioso apporto difensivo, come utile è stato Tombolato, mentre Sbarra ha confermato il suo momento negativo con una prova incolore. Forse il recupero di Flowers, non ancora in condizione, è stato troppo forzato.
Il Banco ha saputo giocare con calma e non è mai affondato nei momenti migliori di Bologna.
Gara in altalena. Da uno 0-4 iniziale a 4-4 in 5 minuti con un terrificante 1/10 dal campo per Bologna. Poi 12-6 al 7’ e 19-23 al 15’. Nella ripresa 6 punti in fila del Banco capovolgono il risultato, ma Townsend commetteva un fallo in attacco, il suo quarto fallo. Così si passa dal 34-37 al 46-41 per Bologna. Poi ancora Banco, 50-52 al 10’ e ancora Bologna, 57-52 al 12’ del secondo tempo. Qui Bianchini azzecca la mossa: contro la zona 2-3 Rolle non ha più fiato per districarsi tra Polesello, Tombolato e Flowers, in campo tutti e tre contemporaneamente. Bologna non tira da fuori, Gilardi ruba palloni e vola in contropiede spezzando in due la partita. In 4 minuti e mezzo si arriva al 60-71. A Bologna a questo punto serviva un miracolo. E per poco non è arrivato: grazie agli errori di Solfrini, Gilardi e Townsend i padroni di casa si riportano sotto: 69-73 a 2’30” dalla fine. Poi tre errori consecutivi di Villalta sotto canestro,Gilardi sbaglia in lunetta, Brunamonti segna da tre: 72-73, ma non c’è più tempo per provare il sorpasso”.

Giovedì 10/1/1985
Granarolo Bologna-Bancoroma 72-73 (34-31)
Granarolo: Brunamonti 20 (6/9, 2/2), Valenti, Trisciani n.e., Lanza (0/2, 0/1), Van Breda Kolff 17 (6/12, 1/3), Villalta 8 (4/13, 0/2), Binelli 2 (1/2), Rlle 8 (3/6), Bonamico 17 (7/15). All. Bucci
Bancoroma: Sbarra 4 (1/3), Iardella n.e., Townsend 7 (2/5, 1/4), Flowers 10 (5/10), Tombolato 4 (2/4), Gilardi 26 (9/19, 2/4), Polesello 12 (6/7), Scarnati n.e., Solfrini 10 (5/13), Valente n.e. All. Bianchini
Arbitri: Rigas (Gre) e George (Ger). Commissario Fiba: Takev
Spettatori 5815 Incasso: 46,5 milioni
Tiro: Granarolo 30/67, Bancoroma 33/69. Tiri liberi: Granarolo 9/15, Bancoroma 4/7. Tiri da tre Granarolo 3/8, Bancoroma 3/8. Rimbalzi: Granarolo 35, Bancoroma 42

Risultati:
Real Madrid-Cska Mosca 84-72
Cibona Zagabria-Maccabi Tel Aviv 88-77
Granarolo Bologna-Bancoroma 72-73


Classifica: Cibona, Maccabi, Bancoroma 4 Cska, Real Madrid, Granarolo 2

Se poi, in fin dei conti, non sapete come proseguì il girone di Coppa Campioni e tutto quello che non sapete sull'epopea del Bancoroma, c'è sempre il libro Banco! L'urlo del Paleur