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“Banco, l'urlo del Palaeur”
Il libro di Pelosi e l'emozione Roma

ROMA – La passione di una minoranza che in una stagione dorata ha contagiato e avvicinato l’intera città di Roma alla pallacanestro. Il libro firmato dal giornalista Luca Pelosi ripercorre la storia vincente del Bancoroma, che nel cuore degli Anni Ottanta ridisegnò la geografia cestistica italiana con l’unico tricolore (1983) vinto dal club capitolino e si prese l’Europa nella notte magica di Ginevra (1984). «Abbiamo l’obbligo morale verso il basket - tuonava Bianchini - di portare lo scudetto fuori dalla Lombardia e dall’Emilia». «È la più anomala delle passioni sportive - annota l’autore - che ti fa leggere i giornali al contrario e non ti fa mai andare via prima della fine, perché non c’è il problema del traffico. È fare cose senza senso. Andare a Settebagni per un’amichevole del 14 agosto, a Ginevra per la Coppa Campioni o a Reggio Calabria per retrocedere». Un sentimento nato trent’anni fa grazie a successi che sfuggono all’usura del tempo.

La ricerca di Pelosi. Pelosi, in un volume costruito con una ricerca emerografica sostanziosa e raccogliendo le testimonianze di diversi protagonisti dell’epoca, dà la misura della grandezza di una società che forgiata dal presidente Eliseo Timò seppe scendere sul territorio e sviluppare un forte senso di appartenenza. «Prima di tutto abbiamo lavorato per legarci alla città (dal 1982 all’88 la presenza media di spettatori non andò mai sotto quota cinquemila con un picco di 8056) - dice Timò nell’intervista che chiude il lavoro -. Stringevamo accordi con le altre realtà locali, da cui potevamo prendere i migliori giovani». Così vide la luce la squadra dei romani: il capitano dello scudetto Roberto Castellano, unico prodotto del vivaio del Banco; il talento puro del testaccino Enrico Gilardi che mosse i primi passi all’oratorio di Santa Maria Liberatrice; il playmaker di Monteverde Stefano Sbarra «mancino, veloce e furbo»; il gancio cielo di Fulvio Polesello riportato da Vigevano nella Capitale. E poi un bresciano, Marco Solfrini, il «Doctor J italiano, perno fondamentale degli anni d’oro del Bancoroma». «Eravamo un gruppo unito. Chi per un motivo, chi per un altro, avevamo voglia di vincere. Creammo un mix perfetto. Avevamo una voglia quasi esagerata», testimonia Sbarra. Il Vate. «Scelsi Bianchini perché avevamo bisogno del massimo». Timò sintetizza con queste parole la necessità di affidare un’ambizione nelle mani giuste. Valerio Bianchini era la guida, dentro e fuori il parquet, di cui aveva bisogno la società per assecondare i suoi propositi di successo. Pelosi riporta alcuni aforismi del coach da gustare: «Il Bancoroma è lo Stato nascente. Siamo i rivoluzionari che danno l’assalto al potere centrale. Ho detto ai miei giocatori: lo scudetto è libertà. Abbattiamo il despota Billy che ci impedisce di essere liberi». O ancora i duelli tecnici e verbali memorabili con Dan Peterson: «La mossa di Gallinari su Wright è andata bene perché era molto semplice». «Peterson vede le cose solo da un verso e ampliate - ribattè Bianchini -. L’entrata di Gallinari è stata negativa per noi, come lo è sempre per il gioco del basket». La zona Wright. Pelosi dedica un capitolo al simbolo in cui si è identificata una tifoseria intera: Larry Wright, il playmaker della Louisiana che odiava la sconfitta. Capricci, virtù e solitudini del campione con la canotta numero 4, oggi insegnante in una scuola media, che non ha mai dimenticato l’affetto ricevuto. Come la gente non scorderà mai il suo secondo tempo nella finale di Coppa Campioni contro il Barcellona.
Mercoledì 11 Luglio 2012 - 21:26





 La Gazzetta dello Sport

Corriere dello Sport

 Leggo

 Il Tempo

C'è da credere che nel suo cuore di tifoso e di addetto ai lavori, Luca Pelosi ha pensato al libro «Banco, l'urlo del PalaEur» con lo scopo di celebrare il trentennale dello scudetto conquistato dalla truppa di Valerio Bianchini nel 1983 e soprattutto per esorcizzare il rischio che d'improvviso la gloriosa società potesse trasformarsi in un ricordo da tramandare solo attraverso memorie come questa sua opera prima.


Fortunatamente il pericolo è stato scongiurato da un'iscrizione arrivata dopa aver fatto temere il peggio e così la storia della Virtus Roma avrà ancora un futuro. Che difficilmente potrà essere vincente come nelle stagioni che sono raccontate tutte d'un fiato con il contributo di chi ne fu protagonista. In 126 pagine infatti sono raccolti, come recita il sottotitolo, «i migliori anni della nostra Virtus». Con i profili e le parole dei protagonisti, dalla tormentata e meravigliosa storia di Larry Wright al gruppo degli italiani (Gilardi, Polesello, Sbarra, Solfrini, Castellano). E anche i tanti «eroi minori», in campo, in società e sugli spalti, che hanno reso unica quella squadra e quel periodo. Sono stati gli anni più belli del basket romano e del basket italiano, che con la finale Roma-Milano e le polemiche tra Valerio Bianchini e Dan Peterson raggiunse il momento di massima popolarità (i 14.348 spettatori della finale rimangono il record assoluto). 


28 giugno, ADNKRONOS:


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      BASKET: 'BANCO! - L'URLO DEL PALAEUR', LIBRO A 30 ANNI SCUDETTO BANCOROMA =

      Roma, 28 giu. - (Adnkronos) - Proprio nel momento in cui si decide il futuro della Societa', a quasi trent'anni dalla conquista dell'unico scudetto vinto in finale con Milano, esce il libro 'Banco! - L'urlo del Palaeur', scritto dal giornalista de 'Il Romanista', Luca Pelosi, che rievoca la serie di successi del Banco di Roma conquistati tra il 1983 e il 1986. Il libro di 126 pagine autoprodotto, racconta  la storia della Virtus Roma, dalla fondazione all'ingresso in Serie A, con la testimonianza dell'allora presidente Eliseo Timo'. Dopo la vittoria dello scudetto nel 1983 - sotto lo sguardo di 14.348 spettatori nell'ultima gara - il Banco vinse una Coppa Campioni a Ginevra in finale con il Barcellona (1984), una Coppa Intercontinentale e, infine, una Coppa Korac nel 1986.

      C'e' spazio per descrivere anche il declino della gestione Banco di Roma, con la difficile salvezza nel 1989, prima dell'arrivo del gruppo Ferruzzi. Il libro contiene anche i profili e le parole dei protagonisti, dall'americano Larry Wright al gruppo degli italiani, quasi tutti romani (Gilardi, Polesello, Sbarra, Solfrini, Castellano), che riuscirono a conquistare un pubblico, quello romano, ai tempi  interessato soltanto dalla Roma di Dino Viola. 'Banco! - L'urlo del  Palaeur', di Luca Pelosi, 126 pagine, 15 euro e' in vendita online sul blog http://bancoroma.blogspot.com e sul sito http://www.ilmiolibro.it.

      (Red/Col/Adnkronos)




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